Finale Champions: Bayern in casa ma lo stadio cambia nome

Pubblicato il 18 maggio 2012 alle 09:43:38
Categoria: Curiosità Champions League
Autore: Redazione Datasport.it

E' tutto pronto per la finale di Champions League che sabato sera andrà in scena a Monaco tra i padroni di casa del Bayern e il Chelsea di Roberto Di Matteo. E se qualche dubbio sui nomi dei 22 che scenderanno in campo ancora persiste, c'è già da tempo la certezza su un nome che sabato sera mancherà: quello dello stadio. O, perlomeno, mancherà quello usuale.

La nuova moda dei naming rights, per cui lo sponsor impone il proprio nome allo stadio della squadra, non è mai andata giù a Michel Platini. E non se la farà andar giù neanche per una finale di Champions: per una notte - come successo per tutte le gare di Coppa - l'Allianz Arena di Monaco dovrà cambiare carta d'identità per attenersi alle regole della UEFA, che vieta i nomi-sponsor degli stadi durante le partite internazionali, a meno che il brand non figuri tra i partner ufficiali delle competizioni continentali. E così la notte della finale lo stadio del Bayern - e del Monaco 1860 - sarà semplicemente la Futball Arena Munchen.

Per dare il nome all'ex Olympiastadion, il colosso assicurativo tedesco ha stipulato un contratto trentennale con la squadra bavarese, iniettando nelle casse del club una cifra di poco superiore ai 6 milioni di euro a stagione. Quello del Bayern non è un caso isolato in Europa: tra nome dello stadio e marchio stampato sulle maglie, Emirates garantisce all'Arsenal quasi 125 milioni di euro spalmati in 15 anni, mentre il concorrente Etihad ne versa al Manchester City circa 10 all'anno per il solo nome dell'ex City of Manchester Stadium. Il pioniere dei naming rights d'oltremanica è però Reebok, che dal 1997 da il nome allo stadio del Bolton e ha recentemente rinnovato l'accordo coi Trotters per 1,5 milioni di euro a stagione.

Se in Inghilterra e in Germania adottano da diversi anni la strategia del naming per gli stadi, in Italia l'usanza si limita al basket - i vari PalaLottomatica, Land Rover Arena sono alcuni esempi -, soprattutto a causa della proprietà pubblica degli stadi di calcio. L'unica eccezione è rappresentata dalla Juventus, che con la struttura di proprietà è alla ricerca di uno sponsor che si accolli l'onere e l'onore di dare un nome allo stadio e parecchi milioni - tra i 5 e gli 8 all'anno - alla società. Quel che è certo è che lo sponsor non potrà essere un concorrente di Nike - sponsor tecnico - e di Fiat, per ovvi motivi legati alla proprietà. Ma, come detto, in Italia la Juve è un'anomalia.