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Felice Pulici: "Per Chinaglia la Lazio era tutto"

Pubblicato il 2 aprile 2012 alle 09:45:29
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

"Chinaglia era un trascinatore. Ha saputo trasmettere ai compagni e ai tifosi qualcosa di particolare sotto il profilo dell'appartenenza. Per lui la Lazio era tutto". Con queste parole Felice Pulici, portiere della squadra biancoceleste allenata da Tommaso Maestrelli che si laureò campione d'Italia nel 1973-74, ricorda Giorgio Chinaglia, scomparso ieri a Naples, in Florida, all'età di 65 anni. "Era un credulone, ma a fin di bene - dice ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport su Radiouno -. Ascoltava chiunque gli proponeva la possibilità di rientrare nella Lazio. Era un uomo solo negli ultimi tempi, voleva tornare per riassaporare quei momenti indimenticabili che ha vissuto da calciatore".

Secondo Pulici quella Lazio, che vinse matematicamente il suo primo scudetto proprio grazie a un rigore trasformato da Long John, era qualcosa di più (e di diverso) da una semplice squadra di calcio: "Era un movimento. Peccato solo che quella rivoluzione calcistica, sia stata apprezzata solo dall'Olanda ai Mondiali 1974".

I tifosi laziali stravedevano per Chinaglia e non digerirono la sua decisione, sul finire del campionato 1975-76, di lasciare Roma per andare a giocare negli Stati Uniti, nei New York Cosmos: "I tifosi lo considerarono come un tradimento perché lasciò la squadra quando era in condizioni di classifica disastrose. Ma quel tradimento fu subito cancellato quando tornò per fare il presidente".