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F1: Hamilton centenario in Germania

Pubblicato il 20 luglio 2012 alle 10:32:34
Categoria: Formula 1
Autore: Redazione Datasport.it

Aveva solo 12 anni quando firmò il contratto che gli avrebbe cambiato per sempre la vita. E’ il 1997, e Ron Dennis, che sta ricreando una squadra in crisi dopo l’epopea di Prost e Senna, intravede in quel ragazzino di colore la stoffa del campionissimo. E lui, che vedeva in Senna il suo idolo, la prima volta che lo vide ad una gara di kart gli dimostrò di avere le idee chiare, dicendogli: “Un giorno guiderò le sue macchine”.

Che dire, aveva ragione. Guidare le sue macchine le ha guidate, per molte volte. Cento, per la precisione. Quel ragazzino è Lewis Carl Davidson Hamilton, uno dei migliori talenti che la F1 abbia avuto negli ultimi 20 anni, che nella gara di Hockenheim taglierà un importante traguardo della sua carriera: 100 gare in F1, tutte con la Mclaren. Un binomio che fino ad adesso ha fruttato 18 Gp vinti, 21 pole position, 46 podi, 11 giri veloci e 815 punti, più il titolo mondiale Piloti del 2008.

Velocissimo, stravagante e a volte un po’ troppo aggressivo in pista, Lewis impiegò ben poco a farsi conoscere. Al suo arrivo nel 2007 al fianco di Fernando Alonso (reduce da due titoli consecutivi) doveva essere una seconda guida certa, ed invece alla sesta gara era già lì davanti a tutti per vincere il suo primo Gp, quello del Canada, bissato appena sette giorni dopo dalla vittoria in America. Quelle sono state le prime imprese scritte di una carriera che, nel bene o nel male, ha sempre fatto parlare di sé. Abilissimo sotto la pioggia, Hamilton (primo e finora unico pilota di colore nella storia della F1) è stato in grado in questi cinque anni e mezzo di fare imprese memorabili, ma anche sbagli ed errori clamorosi, senza contare i problemi avuti con i “colleghi” e quindi con i commissari per la sua condotta di gara a volte un po’ sopra le righe.

Ma al di là di questo, Lewis è un pilota “vero“, uno di quelli che oggi non si trovano quasi più. Sempre al limite, difficilissimo da piegare nel corpo a corpo, non si arrende mai, ma ciò che fa più impazzire i tifosi è che prova sempre il sorpasso. Quando gli riesce, l’applauso è d’obbligo, quando gli va male e fa qualche danno, al di là dei richiami dei commissari, l’unica colpa che gli si può imputare è quella di provarci sempre, come la natura di un pilota richiede.

L’apice della carriera lo ha avuto nel 2008, anno del suo primo e finora unico alloro iridato. Dopo la beffa dell’anno precedente, in Brasile Lewis rischia nuovamente di perdere il titolo, riuscendo a passare Glock e quindi artigliare la quinta posizione (ultima disponibile per laurearsi campione del mondo in caso di vittoria di Massa) solo a due curve dalla fine. Momenti del genere non ce ne sono stati più, ma l’inglese ha continuato a regalare sorpassi ed emozioni anche negli ultimi anni. Anni in cui la McLaren non è più riuscita a fornirgli una vettura in grado di arginare del tutto le prestazioni avversarie, e questa situazione ha portato più volte Lewis ed il suo team in discussione, in particolare sul contratto che li lega. Ma non si può vedere Lewis correre su una monoposto che non sia la McLaren. In fondo, la McLaren e Lewis Hamilton, insieme all’altro pilota Jenson Button, sono la bandiera dell’Inghilterra in Formula 1, e perderli non farebbe bene a nessuno. Né a loro, né a noi.


Lewis Hamilton: la scheda


Nato a: Stevenage (Inghilterra)
Il: 7 gennaio 1985
Debutto in F1: 18 marzo 2007, Gp Australia
Prima vittoria: Gp Canada 2007
Prima pole position: Gp Canada 2007
Primo podio: Gp Australia 2007
Primo giro veloce: Gp Malesia 2007
Gp disputati: 99
Vittorie: 18
Pole position: 21
Podi: 46
Giri veloci: 11
Punti conquistati: 815
Titoli: 1 (2008)