F1, Gp di Monza: ecco tutti i segreti del circuito

Pubblicato il 6 settembre 2012 alle 16:28:51
Categoria: Formula 1
Autore: Redazione Datasport.it

Basta dire la parola 'Monza' per far venire alla mente degli appassionati ricordi, memorie ed imprese indelebili. Una pista storica, unica, speciale. Non solo perché è la casa dell’automobilismo italiano, ma anche perché non ne esistono altre così. Forse l’unica potrebbe essere Indianapolis, l’ovale per eccellenza, ma Monza ha qualcosa che la differenzia anche da quest’ultimo: è il tracciato più veloce del mondo, con punte di velocità e medie orarie mai raggiunte in nessun’altra pista. Era così 90 anni fa, quando fu costruito nel 1922, ed è così oggi, nell’era moderna. Non è un caso che qui le F1 abbiano toccato il loro record di velocità di punta, ovvero 372 km/h, all’epoca dei V10, e non è un caso che il tracciato sia conosciuto come 'il tempio della velocità'. Quando si dice unica…

Qua la Ferrari ha scritto alcune delle pagine più belle della sua storia, sin da quando si è corso su questa pista, che sulle 82 edizioni totali del Gran Premio d’Italia ne può vantare addirittura 77. Già il grande Enzo amava questa pista, prima da pilota poi da costruttore. I primi successi 'rossi' a Monza risalgono ai tempi di Ascari, per poi passare alle vittorie di Hill, Surtees, Regazzoni, alla commovente doppietta Berger-Alboreto dell’88, un mese dopo la morte del Drake, fino alle recenti imprese dell’era Schumi e Alonso. Vittorie importanti, indimenticabili.

Per via delle sue elevate velocità, però, Monza ha regalato anche tanti momenti tristi. A partire da Ascari, scomparso in un banale allenamento nel ‘55, fino alle tragiche scomparse di Jochen Rindìt in prova nel ‘70 e Ronnie Peterson nel 1978. Piloti che su una delle piste più amate e pericolose hanno lasciato la loro vita, per scrivere le pagine più brutte dello storico Autodromo. Ma se Monza oggi è quello che è, lo deve a tutto ciò che ha ospitato. Di bello e di brutto. Con la speranza che di brutto no avvenga più nulla.

Entriamo ora nel dettaglio della corsa, curva per curva:

Il 'giro di pista'
Situato all’interno del Parco Nazionale di Monza, il tracciato è composto da lunghi rettilinei raccordati da poche ma importanti curve, sulle quale, come si dice in gergo, si riesce 'a fare il tempo'.

La 'Prima Variante'
La 'Prima Variante' è una complicatissima chicane destra-sinistra che negli anni ha regalato molti incidenti, in particolare al via. Qua le F1 arrivano ad una velocità che tocca i 340 orari, ma la chicane viene affrontata ad una velocità di 70-80 km/h, imponendo una grande decelerazione in uno spazio di pista e di tempo davvero ridotto.

'Biassono'
Avere trazione è importante per uscire bene da questa curva, che viene seguita dalla cosiddetta 'Biassono', ovvero una piega verso destra da affrontare in pieno prima della staccata alla 'Roggia'.
 
'Roggia'
Quest’ultima, poco più veloce della Prima Variante, è un’altra chicane sinistra-destra dalla quale si deve uscire abbastanza velocemente per poi affrontare le 'gemelle' Lesmo.

Curve di Lesmo
Entrambe verso destra, la prima è leggermente più facile della seconda, con 75 metri di raggio da percorrere a 180km/h, mentre la seconda, con i suoi 35 metri di raggio, è importante da affrontare bene per prendere il giusto slancio prima di un altro allungo.

'Serraglio'
Questo allungo successivo è caratterizzato dalla 'Serraglio', una piega leggerissima da affrontare a tutta velocità senza la minima difficoltà.

La 'Variante Ascari'
Sempre con l’acceleratore premuto si arriva alla 'Variante Ascari', una serie di tre curve veloci in successione che ci immettono sul rettilineo opposto ai box.

'Parabolica'
Tra quest’ultimo e quello principale si trova la 'Parabolica', ovvero la curva più lunga di tutto il tracciato. Dal raggio molto ridotto, si affronta ad alta velocità e via via ci si sposta verso l’esterno (ha un raggio crescente) per immetersi sul rettifilo principale già ad una velocità molto elevata.

Traguardo
Infine, si transita sul traguardo, passando davanti ai box, con un respiro profondo prima di affrontare il prossimo giro…

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