F1, Gp Giappone: ecco perchè il 2018 della Ferrari non è ancora finito

Pubblicato il 8 ottobre 2018 alle 18:59:04
Categoria: Formula 1
Autore: Matteo Novembrini

Interlagos 2008 resterà, almeno per un altro anno ancora, l'ultimo titolo per la Ferrari. E bisogna tornare indietro di un altro anno ancora per ritrovare un pilota Ferrari campione del mondo, proprio quel Kimi Raikkonen che a fine anno lascerà il suo posto a Charles Leclerc. Anche questo 2018, a meno di cataclismi, andrà in archivio senza un titolo, un titolo che il Cavallino Rampante ha più volte accarezzato durante questo campionato.

Ma la stagione non è ancora finita, e questo la Ferrari lo sa. Che senso ha, ora, questo 2018? Un senso lo ha, eccome se lo ha. Le ultime tre gare al team di Maranello servono innanzitutto da un punto di vista psicologico, difficile dire adesso se il Cavallino vincerà una, due, tre, quattro oppure nessuna delle ultime quattro tappe, ma ciò che è certo è che gli uomini in rosso hanno assolutamente bisogno di tornare al vertice, non importa come, non importa dove. Tornare al top, anche solo per una gara, vorrebbe dire andare verso l'inverno con sensazioni diverse, sicuramente più positive di quelle con cui si convive in questi giorni al Reparto Corse.  

 In più, oltre al punto di vista mentale (per Vettel, ma anche per ingegneri e meccanici) gli ultimi Gp saranno banchi prova importanti per verificare la bontà della SF71-H. Prove comparative con i pezzi nuovi e vecchi, capire perchè gli ultimi aggiornamenti e dare una spiegazione (a patto che già non ci sia) al come mai, nello spazio di cinque settimane, quelle che vanno da Monza a Suzuka, la Ferrari abbia perso così tanta competitività, non solo nei confronti della Mercedes ma anche verso se stessa, perchè il modo in cui la Rossa sfruttava le gomme più morbide ad inizio estate oggi non c'è più e questo è uno dei punti chiave da capire. Lo sviluppo della SF71-H è ormai agli sgoccioli, ma a Maranello non si può abbandonare in toto il progetto, perchè gettarsi sul progetto 2019 senza prima capire le mancanze della vettura attuale rischia di far ripresentare i male della monoposto 2018 su quella dell'anno prossimo.

Purtroppo non saranno gli appuntamenti sperati, non avranno lo stesso senso, ma non è tempo di abbattersi ancora di più, non è il caso e non è da Ferrari. Questo 2018 fa male e farà male, molto, nei prossimi mesi, ma dovrà essere uno stimolo per alzare ancora l'asticella. Dirigenza, uomini del Reparto Corse e piloti, tutti insieme verso un futuro migliore.