Europa League: Siviglia-Benfica, se questa è una finale

Pubblicato il 14 maggio 2014 alle 23:27:26
Categoria: Europa League
Autore: Piergiuseppe Pinto

Sì, se questa è una finale; avete letto bene. Perché l'ultimo atto di Europa League tra Siviglia e Benfica lascia pochissimo da ricordare, praticamente nulla che valga la pena di portarsi dietro nel già ristretto bagaglio a mano di ciascuno. Troppo? Forse, eppure questa sfida, con gli occhi del vecchio continente addosso, ha fatto rimpiangere a noi, esclusi tifosi italiani, persino un Samp-Cagliari di fine stagione a squadre già salve (con tutto il rispetto per questi due splendidi club). Perlomeno lì i giocatori sono conosciuti ai più. Dopo una premessa tanto critica verso la gara vinta dagli spagnoli ai calci di rigore, in seguito a uno 0-0 lungo 120 minuti, è giusto tirare giù la maschera e ammettere che a scrivere è un appassionato di calcio italiano molto deluso. Deluso dalla Juventus, che - a prescindere dalla fede di ciascuno - è incredibile come abbia sprecato un'occasione tanto ghiotta. E tanto facile. La finalissima di Torino non aspettava che i bianconeri: Torino ha ospitato come corpi estranei quei - peraltro molto belli - scudetti iberici. Il tricolore che da fuori avvolge lo Stadium era destinato ad accogliere ben altri colori. Così come gli spalti, con numerosissimi posti vuoti nelle tribune: 33mila spettatori in una struttura che ne può ospitare circa 41mila. Assurdo ma vero. Che spreco. Ma se questo è il delirio di un appassionato, è giusto che a parlare sia il campo. Il responso? Verrebbe voglia, come fece l'indimenticabile Beppe Viola per un derby dalle poche emozioni, di trasmettere le immagini di qualche vecchia finale di Coppa Uefa, magari quella del 1998 tra Lazio-Inter a Parigi con Ronaldo che a suon di finte addormentò Marchegiani o quando il Parma annientò la Juve di Lippi nel '95. Sì perché Siviglia-Benfica impiegano ben 37 minuti prima di regalare un tiro in porta - merito di Moreno anche se non impensierisce il più che tranquillo Oblak - e un intero tempo prima di mostra qualche vera occasione da gol. Roba da sbadigli veri, roba che fa crescere il rimpianto. Nella ripresa la partita si accende, ma più per gli errori e le distrazioni degli avversari che per un gioco che cresce col passare dei minuti. La difesa del Siviglia sembra l'armata Brancaleone, nel senso che si arrangia come può ma è completamente allo sbaraglio. Eppure come muro funziona. Il Benfica mostra una condizione fisica invidiabile e... E poco altro, perché il gioco latita: a sprazzi si vede qualche buono scambio, qualche intuizione, ma non c'è un vero meccanismo di squadra. E di stelle con la S maiuscola neanche l'ombra. Si parlerà di Siqueira forse (sostituito), anche se Luisao resta - a 33 anni - tra i più interessanti in campo.

 

E allora il rimpianto si fa più forte, si sfiora la rabbia. Perché in una serata così, in uno stadio così, avrebbero sicuramente figurato meglio Pogba e Pirlo. Ma con i condizionali si va poco lontano e se questa sera non ci sono stati i Campioni d'Italia è più che altro - e la partita di stasera lo conferma - per responsabilità loro. La Juventus è uscita dall'Europa League per un debito di benzina e un'insufficiente determinazione finale, che sarebbe bastata eccome - persino in una notte storta come quella di due settimane fa - contro due formazioni così. Certo un top player in più avrebbe aiutato, ma visti i valori di Siviglia e Benfica era davvero necessario?

 

Così tra un Conte che minaccia l'addio e qualche possibile partenza illustre (Pogba o Vidal?), i bianconeri vanno a letto questa sera abbracciando la terza stella conquistata sul campo - questa volta per tutti - ma con un cattivo pensiero che in qualche misura incrina un'altra stagione da record: "Come diavolo abbiamo fatto a lasciare la finalissima di Europa League a Torino a questi qui?".

 

Intanto il ranking delle italiane scende e a noi tocca vedere per ben 120 minuti uno 0-0 poco più che mediocre, deciso solo da un Beto super che para due rigori ai portoghesi. Peccato.