Toccare il fondo e risalire: l'arma in più dell'Italia

Pubblicato il 2 luglio 2012 alle 16:48:04
Categoria: Nazionali
Autore: Redazione Datasport.it

Più andiamo giù e più torniamo su. E' l'Italia del calcio. L'Italia che non molla. L'Italia che scivola sul ciglio del burrone, ma non cade: anzi, impara a volare. Era successo nel 1982 in Spagna e nel 2006 in Germania, si è ripetuto nel 2012 in Polonia e Ucraina. E' cambiato solo il risultato dell'ultima partita. A Madrid e Berlino avevamo fatto festa, a Kiev si è pianto, e parecchio. Ma la sostanza non cambia. Per puntare in alto, la Nazionale ha bisogno prima di sprofondare.

Andiamo con ordine. Come dimenticare l'atmosfera lugubre che accompagnò l'Italia di Bearzot ai Mondiali di Spagna '82? Due anni prima il calcio nostrano aveva conosciuto il Totonero, l'antenato del calcioscommesse. Paolo Rossi si becca una squalifica di due anni, torna a giocare un mese prima della spedizione spagnola. Bearzot punta su di lui, lascia a casa Pruzzo e Beccalossi tra il malumore degli altri 56 milioni di commissari tecnici. La prima fase è un incubo: tre pareggi contro Polonia, Perù e Camerun. Tocca inventare il silenzio stampa per difendersi dalle critiche, fare muro e ripartire. Sappiamo com'è andata a finire: Pablito prende a pallonate il resto del mondo, Pertini gioca a carte con Bearzot, Zoff e Causio sull'aereo del ritorno. Da presunti incapaci a campioni del mondo, non male davvero.

Sei anni fa la seconda puntata. La torrida estate italiana viene squarciata dalla vergogna di Calciopoli. Con un Mondiale da giocare, la popolarità della Nazionale azzurra tocca il fondo. "Via Lippi, statevene a casa": lo si sente nei bar, lo si ascolta in tv, lo si legge sui giornali. La risposta sul campo è da non credere. Grosso e Del Piero fanno piangere i tedeschi a casa loro, Zidane perde la testa, manda al tappeto Materazzi e in orbita gli azzurri, ancora Grosso firma il trionfo nella notte di Berlino. Il carro dei vincitori alla fine è talmente grande che ci salgono tutti.

Il resto è storia recente, recentissima. Lunedì 28 maggio la polizia irrompe a Coverciano. E' lo scandalo Calcioscommesse. Avviso di garanzia per Criscito, che salta Euro 2012. Bonucci indagato, esce un'informativa su Buffon, il premier Monti pensa a chiudere il calcio italiano per qualche anno. Troppo anche per il mite Prandelli: "Se volete, agli Europei non andiamo...". Poi arrivano il genio di Pirlo, i guantoni di Buffon, le magie di Fantantonio, i gol pazzeschi di Super Mario. Gli spagnoli ci rovinano la festa, ma quelli sono marziani e c'è poco da fare.

Cambiano i tempi, i giocatori e i commissari tecnici. Resta una maglia azzurra e una certezza. Nel calcio ci sono tanti modi per vincere (o almeno per andarci vicino), noi ne conosciamo solo uno: ci affossiamo da soli e poi risorgiamo. Questa è l'Italia, se vi piace.