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Editoriale: quando i soldi non fanno appeal

Pubblicato il 21 gennaio 2012 alle 19:49:22
Categoria: Notizie di attualità
Autore: Redazione Datasport.it

No, non possiamo essere sorpresi. I soldi non fanno appeal. Puoi avere un grande budget, e il Psg ha disponibilità infinita, ma se non hai carisma europeo, se sei ai primi passi, fai fatica a convincere i campioni che vorresti portare a casa. L'esempio Tevez è una chiave decisiva: hai offerto la luna al City, il cielo e la luna a Carlitos, gli avresti garantito un ingaggio in doppia cifra, la buonuscita e la buona entrata. Insomma, di tutto e di più. Rivisitando i piani iniziali che avrebbero voluto il Psg pronto a soddisfare il City, ma non ad andare oltre i sei milioni da bonificare sul conto di Carlitos.

Se Tevez continuasse a dire no, magari dinanzi a un altro irresistibile rilancio, sarebbe una sorprendente svolta. Perché di solito un ingaggio faraonico ti fa dimenticare qualsiasi impegno morale preso e qualsiasi promessa fatta. Nel caso specifico al Milan. Invece, il ragazzo argentino va avanti così, segue i desideri calcistici, la necessità che ha di giocare accanto a Ibrahimovic. Ma come, Parigi non è una bella città? Certo che lo è, nessun potrebbe discuterlo. Ma se non gli interessano una valanga di soldi in più, cosa volete che importi il fascino parigino per un tenore di vita ai massimi livelli? Lui vuole Ibra, freme per entrare nel progetto Milan. E tutto il resto non conta, almeno per ora.

Il Psg deve mettere in preventivo che all'inizio funziona così. I soldi non garantiscono appeal, mentre se hai appeal diventa molto più semplice persino risparmiare. E' una storia che ricorda il primo Manchester City, ci sono analogie. Mansour aveva messo a disposizione un patrimonio per il club, bruscolini rispetto alle sue enormi disponibilità. Ma anche in quel caso ci furono problemi, emblematico il no di Kakà che poi avrebbe deciso di andare al Real Madrid. Della serie: tu metti pure i soldi, ma la destinazione la scelgo io. Strada facendo il City ha trovato spazio e visibilità, acciuffando i vari Balotelli, Dzeko, Silva, Aguero e compagnia. Bisogna dare tempo, fare piccoli passi, non pensare di poter collezionare assi del pallone alzando il telefono, oppure convocando gli agenti e promettendo commissioni senza precedenti.

Adesso tocca al Milan. Perché se il City non accetta la proposta di Galliani siamo punto e daccapo. Ma qui l'appeal c'entra poco, questa è un'altra storia.