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Editoriale: perché è un mercato diverso

Pubblicato il 20 aprile 2011 alle 10:28:00
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

E’ un mercato diverso, particolare, da diversi anni a questa parte. Quello che sta per partire è ancora più diverso. Pensiamoci bene: siamo quasi a fine aprile e non abbiamo il cinquanta per cento delle panchine per la prossima stagione. Molte situazioni legate ai contratti in scadenza vanno chiarite. Parliamo di gente importante, che fa la differenza, non di gregari che se rinnovassero o meno sarebbe la stessa cosa.

La mappa degli allenatori è significativa. Otto-nove anni fa, in  primavera conoscevamo il 70-80 per cento della situazione per la stagione successiva. Il riepilogo attuale è un inno all’incertezza, vogliamo fare un punto? Il Milan ripartirà da Allegri; il Cagliari da Donadoni; il Napoli da Mazzarri se non ci saranno colpi di scena; Guidolin ha giurato amore all’Udinese, persino se arrivassero proposte sulla carta irrinunciabili. Colomba e il Parma continueranno in caso di (probabile) salvezza. Siamo a quattro quasi sicuri. E poi? Delneri oggi lontano dalla Juve: Mancini in rialzo. Reja ancora alla Lazio, se qualcuno non gli romperà le scatole. Pioli che sta pilotando il Chievo verso il porto agognato e che confida in una conferma.

Andiamo avanti? Il resto è un balletto. Il Genoa cambia, la Samp dovrà farlo a prescindere, Montella e Leonardo temono di perdere rispettivamente Roma e Inter. A Palermo va in onda il quiz Zamparini-Rossi: il presidente intende sottoporre il rinnovo, l’idea di massima è questa, Delio non ne fa un problema di soldi, ma di rispetto che spesso non c’è stato. De Canio potrebbe salvare il Lecce e cercare un salto di qualità personale. Il discorso vale per Ficcadenti a Cesena. L’idea è chiara: siamo alla vigilia di un ribaltone.

Se analizziamo il capitolo “contratti in scadenza”, il discorso precedente assume più forza. Il Milan ha sei-sette situazioni in ballo straordinariamente importanti. La Juve non ha formalizzato l’operazione Del Piero, solo parole in attesa dei fatti. Quelli del 2012 (Montolivo in testa) non sono certi di rinnovare. La Roma è la situazione paradossale. Qualcuno un giorno spiegherà: Mexes perso a zero, Taddei in scadenza nel 2014 (addirittura), Menez e De Rossi con un impegno fino al 2012. C’è qualcosa che non torna, più di qualcosa.

Ora è chiaro: stiamo all’interno di un mercato diverso. Non voglio parlare di improvvisazione, non sarebbe corretto, ma si naviga a vista. E si rischia di sbagliare perché il tempo è poco e le idee non sono sempre lucide.