*/
Se c'è un mese che detestano, gennaio viaggia in prima fila. Stiamo parlando degli allenatori e del loro complicato (eufemismo) rapporto con il calcio-mercato. Se potessero, concentrerebbero il tutto nel giro di dieci giorni: dal 20 al 31. E già così sarebbe un grosso problema. La categoria, in grossa difficoltà per le continue intrusioni dei presidenti, vive il massimo della crisi durante il fine settimana. Della serie: lo utilizzo oppure no? E se domani me lo cedono, con quali motivazioni andrebbe in campo?
L'esempio più recente chiama in causa Eder. Il Cesena lo aveva praticamente piazzato alla Sampdoria, soltanto che a Genova avevano preso un po' di tempo. E anche in Romagna, prima di darlo via, avrebbero voluto avere la certezza del sostituto. Traduzione: Eder ha agito da titolare nell'ultimo impegno di Udine, ha fatto un gol (sia pure inutile) risalendo un minimo di corrente nelle considerazioni di Arrigoni. Se prima il Cesena voleva pensarci due volte, adesso spenderà altri dieci minuti di riflessione. E si assicurerà un sostituto di livello, senza la fretta di dover mandare in anticipo Eder tra le braccia di Iachini.
Un altro esempio in prospettiva potrebbe essere Sneijder. L'Inter sta scoprendo Alvarez, aspetta che il ragazzo dia riscontri di prestigio anche nelle gare che contano. Magari nel super derby di domenica sera. Ma il dilemma diventerebbe il seguente: se Alvarez fosse titolare fisso e Wesley predestinato all'isolamento, converrebbe tenere l'olandese in presenza di una grossa offerta proveniente dall'Inghilterra? E quindi il fatto di marcare Tevez va letto anche in previsione della possibilità di una partenza di Wesley nel giro di una ventina di giorni.
Il mercato di riparazione detestato da chi deve fare la formazione e assumersi responsabilità importanti. Scena di un paio di anni fa, a pochi giorni alla chiusura delle trattative. Un allenatore mi fa: "Vorrei utilizzarlo, ma entro due giorni andrà via, me lo ha detto la società". Parla di un attaccante con la valigia in mano. Morale: quell'attaccante gioca, segna due gol e allunga il contratto per altri tre anni. A gennaio funziona spesso così: rompicapo.