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Editoriale: ma Kakà è un obbligo?

Pubblicato il 12 giugno 2011 alle 08:29:51
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

Premessa: quando parliamo di calcio-mercato tutto è possibile, non ci sono trattative assolutamente vietate. L’importante è non fare un nome ogni tre giorni perché – mi permetto di dirlo – se arrivi a dodici o tredici, prima o poi uno lo prendi. Ma mandi la gente in confusione: quella che ti aspetta in edicola, quella che ti guarda in tv, quella che ti ascolta alla radio. E che alla dodicesima o quindicesima proposta si chiede se è ancora il caso di seguirti. Oppure se non è meglio andare dal farmacista e chiedere una boccetta di novalgina: il mal di testa rischia di essere un tormento.

Premesso questo, andiamo allo svolgimento del tema Kakà. Sono cinque o sei giorni che lo mandano all’Inter. Ma, pur ammettendo che nulla è impossibile, al momento non esistono le condizioni minime per fare in modo che Ricky vada da Moratti e che quindi indossi la casacca nerazzurra. Certo, ci sta che Mourinho ci provi ad imbastire lo scambio con Maicon. In realtà, Special One non può dirlo ma non vede l’ora di sbarazzarsi di una pedina che ritiene poco adatta al modello Real Madrid.

Ma il fatto che Mourinho ci provi, non significa che Moratti debba cascarci. Infatti, interpellato sull’argomento il presidente ha detto “sono balle”.  Insomma, ci sarebbe materiale in abbondanza per chiudere la pratica e per non riaprirla. Invece no, andiamo avanti: aiuto... Giurano che se il Real prendesse Pastore, ci sarebbero i margini per uno scambio Maicon-Kakà con l’Inter. Ma perché, è forse una prescrizione medica, è scritto sui libri del destino che Ricky debba tornare a Milano e tradire i fratelli rossoneri? Certo, ha un buon rapporto con Leonardo. Ma non è sufficiente per giustificare un’operazione folle.

Le spiegazioni sono scontate: il Real l’ha pagato oltre 67 milioni non più tardi di due anni fa, strappandolo al Milan. E il ritorno è stato modesto. Kakà guadagna circa dieci milioni netti a stagione. Soltanto un pazzo, ribadisco un pazzo, deciderebbe di caricarsi sulle spalle un peso del genere. E di sicuro il Real non può permettersi di regalarlo e di scaraventare un po’ di soldi dalla finestra senza un minimo scrupolo. E anche se lo facesse, il mega ingaggio sarebbe una montagna. A meno che Kakà non rinunciasse ogni mese al 50 per cento abbondante dello stipendio. Ci credete?

Kakà all’Inter deve essere una tassa da pagare, un obbligo, un argomento fisso dell’estate. Amen.