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Editoriale: Leo, sei nella storia

Pubblicato il 14 aprile 2011 alle 10:42:21
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

Ieri sera, prima di andare in trasmissione, ho ascoltato il seguente commento radiofonico: “L’Inter esce a testa alta dalla Champions”. Bene, io penso l’esatto contrario: l’Inter esce a testa molto bassa. Se vogliamo farla uscire a testa alta perché nel 2010 l’ha vinta, allora mettiamoci d’accordo. Anche l’anno prossimo, se fosse eliminata ai quarti, potremmo ripetere la stessa cosa ricordando la fantastica impresa di Madrid. Ma non è così, sono situazioni diverse. A me l’Inter che si è congedata non è piaciuta. Certo, era difficile, ma l’approccio è stato banale: zero tiri in porta nel primo tempo, a parte una rasoiata di Stankovic. D’accordo, l’aspetto psicologico ha fatto la differenza. Ma se dobbiamo guardare il bicchiere tre quarti pieno quando è tutto vuoto, beh allora diciamolo e ci togliamo il pensiero.

Sarebbe stato difficile per Leonardo ribaltare i pronostici centrando un’impresa incredibile: per eliminare lo Schalke avrebbe dovuto vincere per 4-0, per 5-1 o per 6-2, qualcosa oltre i confini della logica. Però, in una partita già triste sono emerse altre cose che pesano più di un’eliminazione annunciata. Prendiamo il primo gol: come può l’Inter incassare così? Buco centrale, una voragine, inserimento di Raul, Julio Cesar saltato e appoggio a porta vuota. Il solito crollo strutturale che è poi la conferma di una scarsa applicazione quotidiana nel lavoro. Insomma, i dubbi residui sono stati spazzati via. Leonardo non tiene in considerazione quella fase, non ce l’ha nelle corde, gli interessano soltanto gli ultimi trenta metri. Ed è chiaro che così non si fa strada: testacoda immediato. Leonardo avrebbe dovuto prendere esempio da Allegri: l’anno scorso la difesa del Milan era considerata bollita, da rifondare. Quest’anno è la migliore, significa che Max ha saputo lavorare sulle omissioni del predecessore.

Auguro a Leo di diventare un allenatore. Non se se ci riuscirà. Intanto è entrato nella storia, ma è una storia che non fa onore. Incassati sette gol dallo Schalke 04 in due partite: ci vuole coraggio e fegato. Non riesco a immaginare un ribaltone in campionato, con rimonta-sorpasso sul Milan: ne dubito fortemente. Ma intanto Moratti, che è colpevole quanto Leonardo per una decisione istintiva dopo aver scaricato Benitez, si interroghi sul futuro. Serve una guida che trasmetta carisma, tattica e applicazione. Uno come Mourinho. Possibilmente – hai visto mai? – lo stesso Mou.