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La sesta Supercoppa italiana, una stagione che parte con il passo giusto. Il Milan prende l’Inter per i capelli, lascia a casa le remore del primo tempo, una ripresa da baricentro più alto, secondo le migliori caratteristiche di casa Allegri. E la rabbia dell’Inter per la mancata espulsione di Gattuso e il gol – ritenuto non regolare - del momentaneo 1-1. Dall’editoriale di stamattina: il derby avrebbe pesato molto più del pur importante trofeo da collocare in bacheca. Il derby avrebbe trasmesso adrenalina, convinzione, autorevolezza e autostima. Allegri parte con la marcia giusta, non si tratta di una piccola iniezione di fiducia.
Quando c’è Ibra, c’è il Milan. Ibracadabra, oppure IbraMilan. Oppure Milan per Ibra, Ibra per tutti. In una partita secca, magari quando non profuma di Champions, Zlatan è decisivo. Quando c’è un problema si carica la squadra sulle spalle. Gli danno un pallone, è come se fossero due: sai che in qualsiasi momento può nascere qualcosa di geniale. Il buon Seedorf del secondo tempo, l’ingresso decisivo di Pato, il solito inserimento senza palla di Boateng secondo una delle migliori caratteristiche del ghanese-tedesco. Il Milan ora può pensare al mercato senza particolari ansie o frenesie: arriveranno un paio di colpi, magari tra il 20 e il 31 agosto. Forse prima o forse dopo, non è questo il problema. Si può aspettare senza pruriti, dopo aver alzato al cielo l’ennesimo trofeo.
La ricognizione sull’Inter è spezzettata. Il primo tempo: discreto, anzi buono per almeno mezz’ora. Poi un calo, enorme. La rivisitazione in corsa di Gasperini, passato dalla difesa a tre alla difesa a quattro, a conferma che il problema c’è. Sneijder ispirato per circa 45 minuti, fuori giri al momento di organizzare la rimonta. Amen. E anche in questo caso c’è una traccia: tornato più vicino ad Eto’o, ha espresso il meglio del repertorio.
Forse sarà stato il passo di addio di Wesley, il City ci conta e ha scavalcato lo United.
Ecco, il punto più importante è proprio questo: Gasperini è arrivato al primo appuntamento della stagione con troppi problemi di mercato. Una valigia quasi pronta (Sneijder, ma è ancora tutto aperto), un’altra mezza pronta (Eto’o), la terza valigia un po’ aperta e un po’ chiusa (Maicon). Non è stata una strategia da tramandare, così ne ha risentito la concentrazione. Certo, Gasperini dovrà risolvere i problemi tattici. Ma prima è giusto che gli facciano capire su chi può contare e su chi è in lista di sbarco. Possibilmente entro una settimana, non entro il 31 agosto.