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Buongiorno Zeman, si metta comodo e ci conceda una sigaretta. Aspiriamola idealmente in compagnia, cercando di capire quale futuro. Ha appena lasciato Foggia, malgrado il pressing disperato di Peppino Pavone, compagno di tante avventure. Ha detto no al Crotone, che lo aveva cercato intensamente nel bel mezzo delle difficoltà per il rinnovo di Menichini. Piaceva a una parte della famiglia Matarrese per la ricostruzione del Bari, ma l’idea è finita presto in un cantuccio. Ha parlato con il suo amico Piero Camilli pronto ad affidargli il Grosseto dopo l’addio a Serena, ma anche in questo caso stand-by.
Resettiamo, estate 2010. In pieno caos dopo l’addio di Mourinho, ci aveva pensato anche Moratti. Avrebbe voluto un allenatore diverso: un anno di contratto, in attesa di catturare il Guardiola di turno. Ma l’idea durò lo spazio di un mattino (o di un pomeriggio) perché subito dopo fece capolino Benitez e l’Inter si illuse di aver risolto il problema. Moratti potrebbe andare nuovamente su Zdenek? Tutto è possibile, nella confusione in casa nerazzurra. Ma è difficile, in questo momento non ci sono tendenze o grafici del genere. Zeman piace come idea, come concetto, come filosofia: poi manca sempre qualcosa per andare a dama. Pensano alle sue squadre scriteriatamente offensive, a una difesa che non c’è. Pensano al Maestro di calcio, ma poi temono che la coperta sia corta. Troppo corta. E cambiano canale. Anche Cairo ci aveva messo gli occhi per il Toro, aveva chiesto informazioni. Ma poi è mancato probabilmente il coraggio necessario per spingersi fin oltre una semplice curiosità.
Dicono che Zeman voglia tornare a Roma, zona Fleming, dove una volta mi convocò per chiedermi: “Scusi, ma come fa a scrivere quattro mesi prima che allenerò la Salernitana?”. Poi ci andò, dalle parti dell’Arechi, e non fu un trionfo. A Roma si sta bene, a Zeman deve accendersi la lampadina e la voglia. Giurano che l’Atletico Roma ci proverà dopo la finale di ritorno dei playoff, a maggior ragione se dovesse sbarcare in serie B. Nel frattempo si è inserito il Pescara, ormai rassegnato a perdere Di Francesco – destinazione Lecce – e intrigato da un’idea. Sdengo in Abruzzo, in fondo sarebbe due ore di auto, ma chissà se scatterà la scintilla.
I mille dubbi di Mastro Zeman: ancora una panchina, oppure una spallata definitiva a questo calcio che non gli piace più da un pezzo?