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Editoriale: Grande Delio, numero uno

Pubblicato il 11 maggio 2011 alle 10:42:56
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

Ho una particolare stima per Delio Rossi. L’ho frequentato a Salerno: i pranzi e le cene di lavoro al ristorante “O’Scuorzo”, lui profeta della Salernitana. Rapporto libero, giudizi senza vincoli o condizionamenti. Quando tornò a Salerno e conquistò la promozione in serie A nacque l’idea (era il 1998) di una pubblicazione: “In volo con Delio”. Lì ho conosciuto Rossi, a quei tempi un po’ chiuso e abbastanza spigoloso. Schivo, ironico, indifferente, pochissime parole. Riuscii a completare il libro dopo mille inseguimenti: dediche firmate sui tovaglioli di carta, schemi abbozzati e mille raccomandazioni. “No, questa non puoi pubblicarla. No, dai non è serio”. Una salita continua, l’anti-personaggio.

Da quegli anni Delio è migliorato caratterialmente. Ha smussato gli angoli, ha ingoiato qualche boccone amaro, ha incassato legnate che non avrebbe meritato. Tutte situazioni che gli sono servite a crescere. Ora è un “ragazzo” di 51 anni, per me uno dei migliori specialisti italiani: tra i primi cinque, ognuno è libero di non essere d’accordo. Ieri sera ha guidato il Palermo contro il Milan come fa un condottiero pronto a proteggere la truppa nei momenti di difficoltà. La cura dei dettagli, quelle passeggiate nervose all’interno dell’area tecnica, una parola per tutti. E la pulizia tattica che fa di Delio Rossi un allenatore concreto, lineare, organizzato. Secondo me potrebbe guidare qualsiasi club, ormai è pronto per ogni esperienza.

Delio ha spinto il Palermo fino all’ultimo atto di Coppa Italia, troverà Inter o Roma. Se vi sembra un’impresa da poco, basterebbe ricordare le disavventure che Rossi ha dovuto subire recentemente. Gli insulti di Zamparini, quello 0-7 contro l’Udinese e gli assalti del focoso Maurizio ben oltre il lecito. Il fallimentare interregno Cosmi, la necessità di richiamarlo. Non l’ho cercato in quei giorni perché so che in momenti del genere Delio deve stare in famiglia e decidere parlando con le persone più intime. Ma prima che accettasse mi ha colpito un particolare. Quando disse: “Voglio confrontarmi con i giocatori”. Non sarebbe tornato per collezionare figuracce, il Palermo avrebbe dovuto affrontare Roma, Napoli e altre squadre con maggiori motivazioni. Quando ottenne garanzie, sciolse le riserve. E un po’ gli è costato: essendo una persona per bene, aveva faticato a digerire gli insulti di Zamparini. Ma chi non avrebbe faticato?

Non so se resterà o meno a Palermo. Forse andrà, forse ci sarà un colpo di scena. Ma se Zamparini lo perdesse, per colpa sua e non certo di Rossi, sarebbe un autogol incredibile. I tifosi lo amano, gli hanno dato le chiavi di Palermo. Grande Delio: numero uno.