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E’ un balletto infinito. Extracomunitari: sì o no? Un autentico tormento. Altra domanda, la più importante: riapriamo a due tesseramenti, possibilmente a stretto giro di posta, in modo da dare alle società la chance di organizzarsi per tempo? Se non fossimo in Italia, e quindi all’interno di improvvisazione e superficialità, una decisione definitiva sarebbe stata presa. Invece si naviga a vista. Esattamente come la scorsa estate quando – all’improvviso – si decise di ridurre il numero, di dimezzare le chance. Eppure molte società avevano mandato direttori sportivi e osservatori in giro per il mondo a caccia di nuovi fenomeni. E’ stato un danno, anche economico. E’ come se io sapessi di poter contare su un budget di 200mila euro per acquistare due autovetture. E poi, all’improvviso, mi dimezzano il budget quando magari ho bloccato le due fuoriserie. Assurdo.
Si parte da un presupposto: ovvero che gli extracomunitari impedirebbero ai giovani italiani di crescere. E’ una considerazione corretta, ma fino a un certo punto. Perché scopri che, all’interno dei club, non c’è troppa considerazione dei presunti talenti nostrani. Meglio: c’è considerazione, ma senza la convinzione necessaria. Esempio: se prendi due extracomunitari, ma hai un diciottenne di casa tua pronto per il lancio in pianta stabile in prima squadra dovresti sganciarlo senza scrupoli. Invece, funziona al contrario. In Argentina o in Brasile un baby gioca a prescindere dalla concorrenza. Qui, spesso fa tappezzeria, tra mille pensieri e rinvii. Se la Figc volesse davvero intraprendere strade nuove per valorizzare il prodotto nostrano, questa non sarebbe la tangenziale ideale per risolvere il quiz. In ogni caso, urge uscire in fretta dall’equivoco e mettere la parola fine, in un senso o nell’altro. Possibilmente senza aspettare metà luglio.
Un esempio rende l’idea: la Juve non ha potuto tesserare Bastos perché in questo modo esaurirebbe il bonus legato agli extracomunitari. E avrebbe la porta chiusa se ci fosse la possibilità di arrivare a uno come Tevez. Magari Bastos diventerà comunitario entro due o tre settimane, le possibilità ci sono tutte, ma non si capisce per quale motivo si debba lavorare così, al buio, senza la minima garanzia. E senza uno straccio di organizzazione e di trasparenza.
Ma perché le cose semplici, in nome della chiarezza, dalle nostre parti non sono possibili? La farsa continua, complimenti.