Dan Peterson e Dino Meneghin, due icone del basket italiano, analizzano in esclusiva a Datasport il lockout deciso nella Nba americana. Per i due ex allenatori le principali responsabilità sono dei giocatori, rei di avere pretese inascoltabili. Federico Buffa, invece, esperto di basket a stelle e strisce e commentatore tv, va controcorrente: "La colpa va divisa a metà".
Dan Peterson punta il dito contro i giocatori Nba. L'ex allenatore dell'Armani Jeans Milano, grande esperto di basket americano, spiega le motivazioni del "lockout", indicando le responsabilità: "I proprietari sono stati costretti a sospendere la prossima regular season Nba, perché i giocatori non sono scesi a compromessi accettabili. Sono molto arrabbiato con i giocatori - dice Peterson - Ricevono già nel loro stipendio il 57% degli introiti totali provenienti da diritti tv, incassi, merchandising. E' un business elevatissimo. E non esiste in nessuna parte del mondo che i lavoratori prendono il 57 % e i proprietari il restante denaro". Una soluzione difficile da risolvere e che, secondo l'ex coach di Milano, potrebbe protarsi anche per tutta la stagione: "Le parti sono distantissime. Nel 1999 giocatori e proprietari trovarono l'accordo a gennaio. Credo sia quello il termine - prosegue Peterson - Se entro gennaio non si trovano soluzioni e la Nba rimane chiusa per tutta la stagione, a gennaio può esserci una migrazione in Europa. In quel caso in Italia potrebbe davvero arrivare qualche top player statunitense".
Dopo Dan Peterson, anche Dino Meneghin si scaglia contro i giocatori della Nba. Il presidente della federbasket italiana non ha dubbi su chi siano i responsabili della serrata. "Penso che lo sciopero sia inverosimile - ha detto Meneghin - la colpa è dei giocatori, devono capire che non sono operai che lavorano in una fonderia. E' assurdo fermare per questo motivo il campionato più bello del mondo". Anche sui termini del lockout ha una visione simile a Peterson: "Non credo comunque che la serrata porterà alla cancellazione dell'intera stagione - ha concluso Meneghin -. Nel giro di qualche mese si arriverà ad una soluzione".
Invece Federico Buffa, grande esperto di basket americano e telecronista di Sky, ha una visione della querelle tra proprietari e giocatori decisamente diversa. "E' impossibile schierarsi da una parte o dall'altra. Entrambe le fazioni perderanno in immagine, anche perchè è come vedere una guerra tra miliardari e milionari. Credo che però il lockout in questa situazione fosse inevitabile - ha aggiunto Buffa - Ci sono richieste, sia da parte dei proprietari, che da quella dei giocatori, inconciliabili. Lo dimostra il fatto che 29 squadre su 29 lo hanno approvato". Il commentatore televisivo approfondisce il discorso e analizza cosa ha portato alla serrata: "Non c'è margine di trattativa perchè i proprietari chiedono un ribaltamento della situazione sul famoso discorso del 57 % degli introiti totali riservato ai giocatori. I proprietari vogliono che sia invertito: 57 % a loro e 43 % ai giocatori. Si parla di una differenza di 900 milioni di dollari. E' una richiesta drastica e non ipotizzabile". Il giornalista spiega anche quali possono essere gli scenari futuri: "Io credo che come nel 1999 alla fine si arriverà ad una soluzione, magari accordandosi sul 50 % e 50 %. Purtroppo l'arrivo dei nuovi proprietari nelle società Nba ha cambiato tutto. Questi giovani imprenditori non si accontanto più come facevano quelli del passato di aver una squadra Nba. Ora ci vogliono guadagnare, sono più aggressivi. E - conclude Buffa - visto che l'ultima stagione quasi 20 squadre Nba hanno chiuso con un bilancio passivo, i proprietari vogliono cambiare le regole per migliorare la situazione".