Coronavirus, il calcio va avanti anche senza tifosi

Pubblicato il 24 febbraio 2020 alle 17:30:29
Categoria: Notizie Calcio
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Il calcio non si ferma, nemmeno di fronte all’emergenza coronavirus. Mentre alcuni Comitati Regionali facenti capo alla Lega Nazionale Dilettanti, in totale ossequio alla già nota disposizione del Ministero della Sanità, hanno già provveduto a sospendere tutta l’attività (amichevoli, allenamenti e partite) almeno sino a domenica 1 marzo compresa, il mondo dei professionisti si interroga su ben altri ambiti, ovvero quelli riferiti ad una serie di imprescindibili appuntamenti che devono essere condotti in porto, pur tenendo in debita considerazione lo stato attuale delle cose.

E’ stato, questo, il tema del Consiglio Federale che si è tenuto oggi, lunedì 24 gennaio, al termine del quale il presidente federale, Gabriele Gravina ha fatto il punto della situazione, chiarendo la strada da percorrere: «Abbiamo chiesto in via ufficiale al Ministro della Salute Roberto Speranza, la possibilità di poter far disputare a porte chiuse le partite in programma nelle zone ritenute a rischio, a partire dalla sfide di Europa League tra Inter e Ludogortes prevista per giovedì a San Siro. Il primo riscontro è stato positivo. Aspettiamo a breve la risposta ufficiale».

Porte chiuse: è questa, quindi, la strada prescelta dalla Federcalcio: «Abbiamo chiesto al Ministro dello Sport di valutare con attenzione il provvedimento di chiusura degli impianti sportivi: abbiamo l’esigenza di far allenare le squadre. C’è il rischio che si blocchi l’attività di preparazione. Dovrebbe esserci a breve un decreto ministeriale che disciplini tutto questo. Giocare a porte chiuse? Non escludo – ha concluso il presidente federale Gravina – che già da domenica questo provvedimento possa riguardare alcune partite».

Domenica è il giorno di Juve-Inter e, chiamato da Radio 24 ad esprimersi sulla proposta di Gravina, il presidente bianconero Andrea Agnelli ha detto che: «In questo momento la priorità è la tutela della salute pubblica. C’è dialogo con tutte le parti, ma l’interruzione del sistema sportivo è difficile a causa di un calendario intasato dovuto a decisioni precedenti. Al momento l’ordinanza “chiude” fino a sabato: significa che teoricamente si gioca domenica e con il pubblico. Dobbiamo però valutare l’evolversi della situazione per il bene della salute di tutti»