Inter seconda ma Conte è una furia: attacco alla società. Ora che si fa?

Pubblicato il 2 agosto 2020 alle 14:00:55
Categoria: Serie A
Autore: Matteo Pifferi

La vittoria contro l'Atalanta ha permesso all'Inter di blindare e di terminare il campionato al secondo posto a -1 dalla Juventus. Ma Antonio Conte non ci sta e, nel post-partita, si è reso protagonista di dichiarazioni che fanno discutere ancora

Non è la prima volta che succede e probabilmente non sarà l'ultima ma ciò che ha detto Antonio Conte ieri, nel post-partita di Atalanta-Inter, rischia di creare una crepa nel rapporto tra il tecnico salentino e l'ambiente nerazzurro. Parole forti, anche in una serata apparentemente di festa visto che l'Inter, grazie ai gol di D'Ambrosio e Young, è riuscita a battere l'Atalanta e chiudere la Serie A al secondo posto. E se Marotta, da un lato, commenta entusiasta il risultato ("Tutta l’area tecnica, da Ausilio a Conte, merita i complimenti, per noi è motivo di grande orgoglio. Il lavoro di Conte si è visto tantissimo, dobbiamo continuare su questa strada con cattiveria"), dall'altro è Conte a non volersi accontentare.

"Mi dispiace perché ho visto attaccare l’Inter in maniera brutta. Attacchi gratuiti a me, ai giocatori. Questo non mi è piaciuto perché ho visto poca protezione da parte del club da questo punto di vista. Ci siamo compattati di più e siamo diventati più forti, ma oggi ce lo gustiamo noi, io e i calciatori, noi che lavoriamo ad Appiano questi 82 punti anche se non significano niente. Chi vince rimane scritto nella storia. Questo è un buon risultato che lo tengo stretto per me, per i calciatori, i magazzinieri, i fisioterapisti, Oriali, chi sta vicino alla squadra. Ci tengo a sottolineare questo", ha detto Conte in conferenza stampa, lanciando poi un'accusa alla dirigenza e alla società: "E' stata un'annata molto dura sotto tanti punti di vista, anche personali. Ora finiamo l’anno poi è giusto che tutti quanti faremo delle valutazioni per l’anno prossimo". E non è mancato, appunto, un commento ficcante verso chi comanda: "Ci sarà da parlare con il presidente, che è in Cina. Non mi piace quando la gente sale sul carro. Pensavo ci fosse più protezione nei miei confronti, se si è deboli è difficile proteggere l'allenatore. C'è da dare merito ai ragazzi, solo a questi". Parole forti di un condottiero in panchina ma protagonista di qualche uscita a vuoto davanti ai microfoni. Quale sarà la reazione dell'Inter? Ammetterà le proprie colpe o si farà rispettare, evidenziando errori e 'abbassando le ali' del mister? Ai posteri l'ardua sentenza.