AUGURI - Chris Andersen, buon compleanno Birdman

Pubblicato il 7 luglio 2020 alle 15:15:15
Categoria: NBA
Autore: Maurizio Penati

Christopher Claus "Chris" Andersen, soprannominato "Birdman" (Long Beach, 7 luglio 1978), è un ex cestista statunitense, professionista nella NBA. Nel luglio 2001 Andersen si è unito ai Cleveland Cavaliers per la NBA Summer League 2001. Il 28 settembre 2001 ha firmato coi Phoenix Suns, dai quali fu però tagliato il successivo 7 ottobre. Il 31 ottobre 2001 è stato selezionato con la prima scelta assoluta dai Fayetteville Patriots nel draft inaugurale della NBA Development League. Dopo aver giocato solo 2 partite con Fayetteville, nel novembre 2001 viene ingaggiato dai Denver Nuggets, diventando il primo giocatore in assoluto a venire chiamato da una franchiga NBA direttamente dalla D-League. A Denver comincia a mostrare tutte le proprie doti atletiche, meritandosi il soprannome di Birdman, pare affibbiatogli dai compagni di squadra Junior Harrington e Kenny Satterfield, e totalizzando 5,1 punti, 4,8 rimbalzi e 1,3 stoppate a partita. Nel 2004, dopo tre anni a Denver, passa ai New Orleans Hornets. La prima stagione si rivela la migliore, con 7,7 punti, 6,1 rimbalzi e 1,5 stoppate in 21,3 minuti di media e la partecipazione allo Slam Dunk contest di quell'anno. Nel 2005 la franchigia di New Orleans fu costretta a spostarsi ad Oklahoma City a causa degli effetti dell'Uragano Katrina, diventando così i New Orleans/Oklahoma City Hornets. La stagione per Andersen non fu delle migliori: giocò infatti solo 32 partite, di cui 2 come titolare, mantenendo medie di 5 punti e 4.8 rimbalzi a partita. Partecipò ancora allo Slam Dunk Contest, senza però ottenere buoni risultati: provò otto volte la stessa schiacciata senza successo.

Il 25 gennaio 2006 viene trovato positivo al test per rilevare sostanze proibite e viene squalificato per due anni dalla NBA. La sospensione di Andersen è stata inserita nella categoria "abuso di droga. Al suo rientro gioca per gli Hornets che alla fine della stagione 2007-2008 lo svincolano. Il 24 luglio 2008 torna ai Denver Nuggets, con cui firma un contratto annuale. Chiude la stagione in seconda posizione per stoppate a partita, con 2,42 in solo 20,5 minuti. L'8 luglio 2009 Andersen rinnova con i Nuggets firmando un contratto quinquennale. Dopo essere stato tagliato, il 21 gennaio 2013 firma un contratto con i Miami Heat. Già prima che fosse tagliato dai Nuggets l'allora allenatore degli Heat Erik Spoelstra aveva richiesto l'acquisizione del giocatore al suo general manager Pat Riley. Durante la stagione regolare ha giocato solo 42 partite, ma ha contribuito al successo degli Heat con una media di 4,9 punti a partita e una percentuale realizzativa del 57,7%, oltre a 4,1 rimbalzi in 14,9 minuti di gioco. Dopo l'approdo di Andersen agli Heat la squadra vinse 27 partite consecutivamente ed ebbe un record comprensivo con Birdman a referto di 37-3. Guadagnò anche moltissimi fan grazie al fatto di essere caratterizzato da moltissimi tatuaggi, una capigliatura moicana e una spiccata propensione al sacrificio sul parquet. Durante le finali della Eastern Conference, tra le gare 1 e 5 della serie contro gli Indiana Pacers, ha messo a referto 15 canestri in 15 tiri, inclusa una gara 1 da 7-7 al tiro, un record per la franchigia della Florida ai playoff: ha battuto la gara da 6-6 al tiro di Alonzo Mourning in gara 4 del primo turno del 2007 contro gli Charlotte Hornets. Andersen è stato poi squalificato per sei gare, senza però ricevere una multa, a causa di un fallo antisportivo ai danni di Tyler Hansbrough.

A 34 anni raggiunge le finali NBA per la prima volta nella sua carriera. Durante la decisiva gara 7 delle Finals contro i San Antonio Spurs mette a referto 3 punti, 4 rimbalzi e 1 stoppata e riesce a conquistare l'anello di campione NBA per la prima volta nella sua carriera. Il 10 luglio rinnova il contratto con i Miami Heat per un altro anno. Ha giocato 72 partite durante la stagione regolare 2013-2014, marcando 6,6 punti, 5,3 rimbalzi e 1,3 stoppate di media a partita. Il 26 maggio 2014, prima di gara 4 delle Eastern Conference Finals, è stato annunciato che avrebbe saltato quella partita e la successiva gara 5 a causa di una serie di fastidiosi dolori di cui soffriva da un po' di tempo. Andersen è ritornato per gara 6, mettendo a referto 9 punti e 10 rimbalzi facendo in modo che gli Heat avanzassero alle loro quarte NBA Finals consecutive, le seconde per Andersen. Gli Heat si confrontarono ancora con gli Spurs nelle finali 2014 ma furono sconfitti in 5 partite. Dopo l’esperienza a Miami gioca prima per i Memphis Grizzlies e poi per i Cleveland Cavaliers, ed infine per gli Charlotte Hornets senza trovare fortuna.