Giro - Cerny vince la "tappa della discordia". Urrà di Bennett alla Vuelta

Pubblicato il 23 ottobre 2020 alle 17:00:44
Categoria: Giro d’Italia
Autore: Matteo Pifferi

Josef Černý ha vinto la Tappa 19 del Giro d’Italia 2020 ad Asti, seconda posizione per Victor Campenaerts, terzo Jacopo Mosca. Una tappa fortemente caratterizzata da polemiche e da un cambio di percorso che ha agitato e non poco la mattinata.

Una tappa atipica conclusa nel modo più inaspettato: a vincere è stato Josef Cerny, davanti a Campenaerts e Mosca perché Sagan non ha spinto affinché il gruppo recuperasse i fuggitivi e Demare, dopo quatro vittorie, non ha fatto nulla per evitare l'epilogo vincente della fuga. La frazione è partita da Abbiategrasso con arrivo ad Asti dopo 124,5 km, una tappa decisamente ridotta per via delle polemiche avanzate dai ciclisti che, per via anche delle condizioni climatiche avverse e con le fatiche dopo due giornate ad alta quota, hanno inizialmente paventato uno sciopero (Adam Hansen tra i più attivi), salvo poi ricevere dagli organizzatori il placet per la modifica della tappa, anche se Vegni ha anticipato che ci saranno punizioni per l'accaduto. La tappa, inizialmente di 250 km, è stata accorciata di 100 km.

Ad inizio tappa, parte subito la fuga con Pellaud, Campenaerts e Cerny più altri 11 corridori. La Bora Hansgrohe inizia a tirare il gruppo per provare a ricucire il gap ma, ai -57km dal traguardo, Sagan impone di non tirare per permettere così a Demare di vincere la quinta tappa, dopo aver dominato le precedenti volate. Così facendo, la fuga arriva ad un vantaggio di 5', risultato poi incolmabile prima del traguardo: i fuggitivi iniziano le schermaglie e i vari scatti ma quello decisivo è di Cerny ai -21km dal traguardo. Vince proprio Cerny, davanti a Campenaerts mentre Jacopo Mosca vince la volata per il terzo posto, con il gruppo che invece arriva al traguardo dopo 11'42'' di ritardo, con Demare che può festeggiare aritmeticamente la maglia ciclamino. Alla Vuelta, invece, vince in volata Sam Bennett davanti a Philipsen e all'italiano Mareczko con Roglic sempre leader della generale davanti a Martin e Carapaz.