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"Il fatto non costituisce reato". Con questa formula il Gup di Roma, Paola Della Monica, ha assolto l'allenatore dell'Inter Roberto Mancini dall'accusa di bancarotta fraudolenta nell'ambito di un processo relativo a un crac finanziario di circa due milioni di euro di una società immobiliare, fallita nel gennaio 2013. Per il 51enne tecnico jesino la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a tre anni e mezzo di reclusione.
Soddisfatto l'avvocato di Mancini, Carlo Longari: "Il fatto che sia stato assolto perché il fatto non costituisce reato significa che non era a conoscenza dell'operazione ritenuta illecita dalla Procura". "Sono contento, questa storia è finita bene", le parole di Mancini al suo legale. L'allenatore, che si trovava in aula al momento della lettura della richiesta di condanna per concorso in bancarotta, era invece assente quando il Gup ha letto la sentenza di assoluzione.