NBA, Buffa: "I Chicago Bulls hanno sorpreso tutti"

Pubblicato il 16 aprile 2011 alle 08:42:37
Categoria: NBA
Autore: Redazione Datasport.it

La regular season NBA 2010-2011 è ufficialmente in archivio. Sabato notte scattano i playoff e lì si farà sul serio per andare a conquistare il titolo, cercando di detronizzare i Los Angeles Lakers, campioni nelle ultime due stagioni. Ne abbiamo parlato con Federico Buffa, telecronista di Sky Sport, scrittore e cantastorie di basket americano e non solo, conosciuto come l'”avvocato”, per la sua laurea in giurisprudenza. Prima fermata i Chicago Bulls, che hanno sorpreso tutti concludendo la stagione con 62 vittorie e 20 sconfitte, miglior record in assoluto.

“I Bulls non se li aspettava proprio nessuno. Nelle classifiche prestagionali erano dati tra il quarto e il sesto posto nella Eastern Conference. Con coach Tom Thibodeau hanno fatto il salto di qualità che li ha portati al vertice. Thibodeau ha avuto la prima vera chance da capo allenatore: è uno con un'enorme reputazione ma secondo molti è troppo aggressivo, è uno che i giocatori li prende per il collo, e non metaforicamente. La sua fortuna è che le due anime della squadra, Joakim Noah e Derrick Rose, hanno “comprato” il suo sistema. Con loro anche Carlos Boozer, che già agli Utah Jazz era abituato ad un sergente di ferro come Jerry Sloan. Una volta che ha convinto Rose e Noah, li ha avuti in mano tutti e la chimica di spogliatoio è la chiave della grande stagione dei Bulls”.

E adesso quanta strada potrà fare Chicago?
“Nella post season non saranno più la squadra sorpresa. Avranno gli occhi di tutti addosso. Bisogna vedere se sopporteranno la pressione, soprattutto in una semifinale possibile contro gli Orlando Magic”.

A stagione conclusa, quali sono le sorprese in positivo della regular season?
“Le sorprese positive sono tre: Memphis, New Orleans e Philadelphia. I Grizzlies hanno fatto meglio di tutti giocando in luogo difficile, con giocatori difficili ed un allenatore al secondo anno di esperienza. Nessuno dà loro credito, nessuno li considera, nessuno parla di Zach Randolph, il giocatore più sottovalutato della Lega. Gli Hornets hanno vissuto una stagione complicata: il proprietario ha lasciato a metà stagione, la franchigia è finita sotto il controllo dell'Nba che ha dovuto fare i conti anche con dei proprietari contrari a questa scelta. Essere riusciti a chiudere settimi ad ovest ed andare ai playoff è incredibile. I 76ers erano gli stessi dell'anno passato. Il segreto è stato coach Doug Collins, secondo me allenatore dell'anno. Con la stessa squadra della scorsa stagione sono andati oltre i loro limiti. Brand è tornato su grandi livelli, Iguodala ha statistiche seconde solo a quelle di LeBron James per la completezza del suo gioco e la coppia Louis Williams-Thaddeus Young è la migliore che esca dalla panchina in assoluto”.

E quelle negative?
“Direi gli Houston Rockets, anche se sono troppo influenzati dagli infortuni di Yao Ming. I Minnesota Timberwolves hanno incredibilmente più giocatori di talento che vittorie conquistate. Forse i Toronto Raptors potevano vincere qualche gara in più ma per lo meno si sono liberati del contrattone di Turkoglu e hanno fatto crescere un talento come DeMar DeRozan. Forse la sorpresa negativa in assoluto sono gli Orlando Magic. Ha cambiato molto durante la stagione ma non ci ha guadagnato. Per liberarsi del pesante contratto di Rashard Lewis, ha ceduto Vince Carter e il polacco Gortat, una pedina fondamentale come sostituto di Dwight Howard. In cambio si sono presi Turkoglu e Gilbert Arenas, due giocatori con contratti 'azzoppanti' per il futuro”.

Capitolo italiani: secondo te chi è stato il migliore? Datasport ha indicato Belinelli, tu cosa ne pensi?
“Se andiamo a vedere da dove partivano, anche io dico Beli. Bargnani aveva una squadra che giocava per lui, Gallinari è il più forte dei tre senza dubbio ma Belinelli si è conquistato un ruolo importante con il lavoro e la tenacia. Poi c'è il fattore Chris Paul: il miglior playmaker con cui Marco abbia mai giocato. Probabilmente segniamo anche noi al fianco di Paul”.

Che impressione ti hanno fatto i Miami Heat con LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh? Sono loro il miglior terzetto della Lega?
“Sono il trio con più talento in assoluto. Però credo che non siano assortiti al meglio. Di certo Bosh, che è il più maltratto dei tre da parte di media e addetti ai lavori, è il “terzo violino” più forte dell'intera Nba. Certamente l'infortunio di Udonis Haslem, il leader silenzioso della squadra e adattissimo a giocare al fianco dei Big Three, ha cambiato le cose”.

Quali sono le favorite per il titolo?
“Credo che ad est se la vedranno Chicago e Miami mentre ad ovest dico Lakers contro Oklahoma City. I Miami Heat, e LeBron James in particolare, hanno gli occhi di tutti addosso. Nell'intero panorama sportivo americano non c'è un singolo giocatore più atteso al successo come è LeBron James. A differenza che negli altri anni però non è più solo, e se dovesse anche sbagliare qualcosa non è detto che la sua squadra perda, come invece successo nelle stagioni scorse a Cleveland”.