Capolavoro europeo di Devis Boschiero a Piove di Sacco

Pubblicato il 22 luglio 2012 alle 18:48:34
Categoria: Notizie altri sport
Autore: Redazione Datasport.it

L’immagine di Devis Boschiero che alza la cintura europea superpiuma, mentre sul viso scorrono lacrime di gioia, è la cover fantastica di una vittoria ottenuta a dispetto di vicende che avrebbero potuto scaraventare il fresco campione nel cestino dei rifiuti. Qualche tempo addietro Boschiero era scivolato in una brutta storia di droga, salvato per i capelli dal suo maestro Gino Freo, al quale va dato atto di una fede incrollabile nel suo allievo che ha visto nascere, crescere e salire sul podio continentale più alto. La vittoria del padovano è stata la risposta più bella e concreta anche all’ingiustizia sopportata il 6 novembre scorso a Tokyo, quando due giudici su tre, gli negarono il mondiale WBC che meritava, essendosi dimostrato migliore del nipponico Takahiro Ao. Da allora con l’inseparabile Freo ha costruito il capolavoro europeo, a pochi giorni dal 31° compleanno. Un regalo immenso, una rivincita sulle sberle che la vita fuori dal ring gli aveva rifilato. La boxe ancora una volta ha confermato la sua grande valenza terapeutica, esaltando i valori umani, riscattando con i pugni giusti, quelli sopportati senza i guantoni.

Sul ring di Piove di Sacco, alle porte di Padova, davanti ad un pubblico che non si è mai stancato di incitarlo, Boschiero è andato oltre la fatica fisica per battere un rivale di grande valore tecnico tattico come Ermano Fegatilli, che sul biglietto da visita presenta oltre alla cintura continentale, anche due lauree, che gli consentono di essere dottore e insegnante. Sul ring si sono battuti due italiani. Fegatilli è italo-belga, figlio di italiani e non poteva sfuggire che sui calzoncini fossero disegnate le bandiere delle due nazioni. Come certifica l’Annuario della Boxe Italiana 2012, l’indispensabile pubblicazione che raccoglie i record di tutti i pugili italiani in attività, edito dalla Bradipolibri, i due si erano già affrontati il 17 dicembre del 2006, per il titolo youth IBF, e anche quella volta, a Battaglia Terme, la spuntò Boschiero, dopo una battaglia equilibrata. Il bis con una posta più importante in palio ha confermato i progressi di entrambi. Si sono visti due campioni autentici, due pugili capaci di esprimere il meglio del pugilato, con azioni di alto tasso tecnico, mai scadendo nella rissa o nell’ostruzionismo. Dodici round che hanno deliziato ed esaltato il pubblico e i telespettatori. Fegatilli è un maestro nella boxe a corta distanza, dove i montanti al corpo, con predilezione al fegato, sono stati nella pancia del match il filo conduttore che gli ha permesso di avvicinarsi allo sfidante, che usando velocità di braccia e buon movimento di gambe, era riuscito fino a metà match a raccogliere un paio di punti. Nel nono round la situazione risultava praticamente alla pari.


All’angolo di Boschiero c’era preoccupazione. Freo capiva che l’allievo era stanco e temeva anche sfiduciato, incapace di reagire alla pressione del campione. Nel minuto gi riposo lo ha stimolato con parole dure che ne hanno acceso l’orgoglio, facendo scattare quella molla magica più nella testa che nei pugili. Nei tre round conclusivi, Devis ha costruito la vittoria, tirando fuori energie nervose e atletiche miracolose, sorprendendo Fegatilli, che pensava di avercela fatta anche stavolta, pur combattendo in trasferta. Gli era accaduto nel febbraio 2011, quando tolse il titolo all’inglese Steve Foster sul ring di Bolton in Inghilterra e un anno dopo a Savigliano nel torinese, a spese del generoso Antonio De Vitis, fermato al 6° round per ferita, indietro nel punteggio. A Piove di Sacco affrontava un avversario di consistenza superiore e con motivazioni eccezionali. In Giappone aveva dimostrato di valere il mondiale, non poteva perdere la grande opportunità che la OPI200 di Salvatore e Cristian Cherchi, gli aveva offerto. Boschiero in quelle ultime tre riprese ha ritrovato il feeling del guerriero che non vuole perdere. E’ stato eccezionale perché ha saputo esprimere il meglio in modo lucido e freddo, anticipando l’avversario con una scelta di tempo che è il segno del talento.

La boxe, sport imprevedibile. Nei dilettanti, dove ha militato a lungo, superando quota 100 incontri, non era mai riuscito a vincere il tricolore, nonostante reiterati tentativi. Veniva considerato un buon tecnico senza potenza e poco carattere. Solo Gino Freo ha sempre creduto in lui, convinto della bonta di questo pugile che alla soglia dei 31 anni ha raggiunto la maturità atletica e mentale per costruire il capolavoro della vita. Adesso che ha raggiunto l’alloro europeo, siamo certi che all’opportunità mondiale che merita, saprà offrire all’Italia anche la cintura iridata.