Agnelli lancia l'allarme: "Persi 8 mld in 2 anni, il calcio deve cambiare"

Pubblicato il 8 marzo 2021 alle 16:00:59
Categoria: Notizie Calcio
Autore: Matteo Pifferi

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha parlato in apertura della 25° Assemblea Generale dell'ECA: dichiarazioni importanti che sanno di allarme in vista del futuro del calcio europeo

"La collaborazione e l’unità ci hanno consentito di completare la stagione 2019/2020 e di gestire la pandemia. Per quanto non siamo ancora al centro della crisi, siamo ancora colpiti dagli effetti della pandemia. Anzitutto, non abbiamo tifosi in quasi tutta Europa e i giocatori sono stressati fino al limite da un calendario molto contestato. La perdita di incassi è attorno ai 6,5/8,5 miliardi in due stagioni. Sono colpi sulle spalle dei club. Il Covid-19 ha posto delle serie domande sulla sostenibilità dell’attuale modello di calcio", parola di Andrea Agnelli, presidente della Juventus ma anche numero 1 dell'ECA, ossia l'Associazione dei Club Europei che gestisce, rappresenta e promuove tutte le società calcistiche a livello europeo.

Un messaggio forte e chiaro quello lanciato da Agnelli che, nel suo discorso, ha citato anche il neo-Premier Mario Draghi: "Se non ci muoviamo, rimarremo soli nella illusione di quello che siamo, nell'oblio di quel che siamo stati e nella negazione di quel che potremmo essere". Quale arma adottare per uscirne il prima possibile? "Molto probabilmente ci sono troppe partite che non sono competitive, sia a livello nazionale che a livello internazionale, e questo non cattura l'interesse dei tifosi. Non possiamo dare per scontati i tifosi, anzi noi dobbiamo offrire loro la miglior competizione possibile o rischiamo di perderli". Tifosi che rappresentano il fulcro nevralgico attorno al quale gira il mondo del pallone, presente ma anche futuro: "Le ricerche dicono che almeno un terzo di loro seguono almeno due squadre; il 10 per cento segue i giocatori, non i club e questo è molto diverso rispetto a qualche anno fa. Due terzi di loro seguono le gare perché attratti dai grandi eventi". Insomma, tutto ciò che, nei mesi scorsi, veniva etichettato come progetto 'Superlega', una Champions League allargata con tutte le migliori che si sfidano secondo una formula sulla falsariga di un campionato. Anche se, per il momento, è destinato a rimanere progetto, vista l'opposizione della stessa UEFA oltre che dei club 'minori', ovviamente esclusi dai più 'grandi'.