Il Senegal deve fare a meno del suo uomo più rappresentativo, l’attaccante del Bayern Monaco Sadio Mané, per l’esordio ai Mondiali contro l’Olanda, che torna a partecipare alla fase finale della massima competizione iridata dopo l’assenza di 4 anni fa in Russia.
Uno degli incontri più interessanti della prima giornata dei Mondiali è quello che oppone il Senegal all’Olanda, anche se uno dei protagonisti più attesi non sarà della partita. Si tratta di Sadio Mané, vice campione d’Europa con il Liverpool e secondo classificato al Pallone d’Oro, ma soprattutto il grande trascinatore della nazionale senegalese che ha vinto l’ultima edizione della Coppa d’Africa, l’anno scorso, sconfiggendo ai caldi di rigore l’Egitto in finale. L’attaccante, passato in estate al Bayern Monaco, si era infortunato al perone proprio nell’ultimo impegno di Bundesliga con il Werder Brema e sembrava non dover essere nemmeno convocato dal ct Aliou Cissé. Invece il suo nome è stato inserito ugualmente nella lista, anche se dovrà saltare con tutta probabilità non solo la partita contro l’Olanda, ma pure quelle successive con Qatar e Ecuador, per essere disponibile, forse, in caso di qualificazione agli ottavi di finale.
Un obiettivo che il Senegal ha peraltro mancato nell’ultimo mondiale, in Russia, che era il secondo della propria storia dopo quello favoloso del 2002 dove i Leoni erano approdati fino ai quarti di finale. Anche senza il suo uomo più rappresentativo, ci proveranno, consci che i posti a disposizione sono due e che dopo l’Olanda, sulla carta l’ostacolo più duro, avranno un calendario più morbido, anche se una falsa partenza non è mai consigliabile in una competizione che ammette pochi errori. L’Olanda non c’era quattro anni fa in Russia e quello ha rappresentato il punto più basso del periodo critico degli Orange, che poi si sono rialzati e adesso hanno fretta di tornare protagonisti sulla scena internazionale. C’è tanta fame, come testimonia anche la qualificazione alla Final Four di Nations League, e questi Mondiali arrivano al momento giusto per misurare a che punto è il processo di crescita della nazionale allenata dal guru della panchina Louis van Gaal.
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