Sabato la TAF a Milano, mette sul ring il settebello thrilling da non perdere.
Rivincite bollenti
di Giuliano Orlando
Sabato sera caliente sul ring, all’interno del Centro Pavesi di Milano, offerto dalla TAF The art of fightingh di Edoardo Germani, al quale va il merito non indifferente di aver riportato la grande boxe a Milano, dopo un prolungato e allarmante silenzio. Consapevole delle difficoltà oggettive che la boxe presenta, pagando un vuoto di ricambi prolungato, sta raccogliendo i primi frutti di un lavoro di semina, superiore alle previsioni.
“Amo la boxe fin da ragazzino, quando mio padre e mio nonno seguivano i grandi campioni da Benvenuti a Mazzinghi e Arcari, le Olimpiadi fino a Parisi. Dopo quei tempi gloriosi e indimenticabili solo qualche fiammata e ultimamente il silenzio. Da due anni, sto provando a riportare il grande pugilato a Milano, uno sport di grande richiamo e spettacolarità. Stando ai numeri, sia all’Allianz che al Centro Pavesi, la risposta del pubblico che ringrazio, mi incoraggia a proseguire. Lo scorso maggio abbiamo sfiorato i 2000 spettatori, per sabato è previsto ancora l’esaurito, un arrivederci a settembre nel segno della fiducia e della continuità”. Continuità che prosegue la sera del 5 luglio, con sette sfide una più incerta dell’altra a cominciare dalla rivincita tra l’egiziano Mohamed Elmaghraby (11) e Stiven Leonetti Dredhaj (12-4-1), 29 anni, nato in Albania, italiano a tutti gli effetti. Chi vince attacca il tricolore dei mediomassimi. Che il campione Eros Seghetti (11-1-1), 31 anni, il 18 luglio nella sua Ascoli Piceno, difenderà dall’assalto di Dragan Lepei (23-8-2), anni 35, pro dal 2013, già campione (2018 e 2023), fiorentino di residenza. “La volta scorsa – ricorda Elmaghraby, che vive e si allena a Bollate, dove ha un largo seguito di tifosi – i giudici mi indicarono vincitore. Che la ferita sia stata determinata da un pugno o una testata conta poco. Nel corso del match io ero avanti. Vantaggio che sono sicuro di confermare nella rivincita. Che affronterò deciso a dare battaglia, per evitare ogni dubbio su chi è il migliore”. Replica Stiven: “In realtà l’abbaglio dell’arbitro ha cambiato la mia vittoria in sconfitta. Il colpo era un perfetto destro che ha procurato la ferita al sopracciglio e non una testata. Detto questo, spero solo che stavolta l’arbitro abbia una vista migliore del primo. Pugilisticamente mi reputo superiore, quindi punto deciso alla vittoria”. Elvis Beyko, titolare della Rocky Marciano lo storico gym che ha sfornato Roberto Cammarelle, allievo di Biagio Pierri, dove ospita spesso Leonetti, ne conferma l’ottima condizione: “L’egiziano ha la lingua più sciolta, mentre Stiven preferisce far parlare i pugni. Di certo dovranno darsi battaglia e non giocare alle belle statuine, come nella prima sfida. E un verdetto sbagliato"
Con un po’ di paprika in più l’altra rivincita, tra il campione Francesco Paparo (10-1-1) allievo dello zio Francis, 23 anni e il più stagionato toscano Nicola Henchiri (11-9-2), 35 anni, pro dal 2016, due tentativi EBU silver falliti, tre per la cintura tricolore a vuoto. L’ultimo il 15 marzo contro Paparo. Il verdetto dice KO al secondo round. Che Nicola contesta: “Paparo mi ha colpito in modo irregolare, mentre ero in ginocchio. Stavolta vedrete un pugile diverso e vi sorprenderò”. Replica il campione: “Nella rivincita cancellerò ogni dubbio state sicuri. In questo momento nei superpiuma ho solo Magnesi davanti, gli altri stanno dietro, compreso Nicola”. Lo zio Francis aggiunge: “Francesco dopo questo match punta ad una cintura più importante, quindi non può permettersi distrazioni”.
Il medio milanese Valerio Mantovani (5) doveva affrontare il romano Francesco Russo (13-5), che aveva impressionato molto bene, nella sfida contro Francesco Faraone. Match saltato per un problema di Russo (ulcera inguinale). Lungi dalla resa, l’inarrestabile Edoardo Germani lo ha sostituito col tarantino Francesco Magrì (5) alzando il livello della sfida. Magrì non è solo imbattuto, ma ha alle spalle una carriera in maglietta di assoluto valore. Due volte campione italiano, tornei e campionati europei con la nazionale. Imbattuto da professionista, arriva a Milano deciso a vincere e alla grande. “L’opportunità di combattere a Milano è troppo importante per non sfruttarla al meglio. Vincendo e convincendo avrò l’opportunità di tornare su una delle piazze più importanti”. Mantovani, anche se non ha il curriculum di Magrì, limitandosi a due bronzi tricolori nel 2022 e 2023, battuto entrambe le volta dal romano Roma Salvati, in fatto di generosità non è secondo a nessuno: “Diciamo che pur di combattere avrei affrontato anche…Tyson. Magrì è molto bravo? Vuol dire che dovrò dare il meglio per batterlo. A guadagnarci sarà il pubblico che ama le sfide spettacolari”.
Il mediomassimo Vincenzo Lizzi (2), 29 anni, pro da 2024, calabrese di Cetraro, carriera dilettantistica ricca di trofei, sa benissimo di non avere tempo da perdere: “Quando mi hanno proposto Francesco Coppola ho accettato senza il minimo dubbio, non perché sia un avversario facile, semmai il contrario. Con Francesco siamo amici da anni e visti gli ultimi risultati è in piena corsa per puntare al titolo italiano. Non si battono Vinciguerra (7-1), 23 anni, pro dal 2022, indicato come il giovane più promettente, campano di Marcianise e l’esperto Riccardo Valentino (7-4), tricolore nei puri nel 2017 a Gorizia. Proprio per questo ho accettato il confronto”. Coppola ha ascoltato il suo rivale, spiegando i risultati: “Fino al 2023 la boxe per me era un passatempo non certo una professione. I mei maestri mi rimproveravano la scarsa applicazione e avevano ragione. Lo scorso anno ho deciso di provare a fare sul serio. In palestra tutti i giorni e i risultati sono arrivati. A 25 anni, posso andare avanti con una certa tranquillità.
Tra l’altro contro Vincenzo ho un motivo in più per vincere. Nel 2021 a Cascia, suo fratello Roberto mi battè nella finale per il titolo U22. Vincere sarebbe un colpo doppio”. Un avversario da brividi attende Paul Amefiam (4), 29 anni, il possente cruiser nato nel Togo, da anni residente a Milano, in attesa della nazionalizzazione, si tratta di Booba Diuf (5), 31 anni, nato in Gambia, giunto in Italia a 17 anni, nato pugilisticamente all’Audace di Roma, professionista con Davide Buccioni, fisico statuario e idee chiare. “Il mio avversario non ha scampo. Ho visto i filmati dei suoi match e posso assicurare che il sottoscritto è di una linea sopra. Al momento mi gestisco da solo. Dopo la mia prestazione l’organizzatore Germani potrebbe fare un pensierino per farmi entrare nella sua colonia”. Amefian non si è lasciato impressionare, rispondendo con serenità: “C’è un proverbio che dice di non vendere la pelle dell’orso, prima di averlo catturato. Diuf mi ha battuto prima di affrontarmi. Molto bene, ma deve fare attenzione sul ring, dove contano i pugni e non le parole. Non aggiungo altro”.
Catalin Ionescu (15-4-1), 28 anni, romeno di nascita, italiano a tutti gli effetti, pro dal 2017, tricolore nel 2022 a spese di Nicola Henchiri, messo KO al secondo round, confermando di possedere quel pizzico di dinamite capace di risolvere i match prima del previsto. L’avversario odierno è l’ideale per riprendere il cammino interrotto lo scorso marzo, autore lo spagnolo Alex de la Rosa (10) dall’allungo chilometrico, sfruttato al meglio costringendo alla resa Ionescu per il Mediterraneo WBA superpiuma, lo scorso marzo a Novara. Luka Valjovic (2-21-1) è un giovane bosniaco di 23 anni, pro dal 2020, destinato al ruolo di collaudatore, che svolge benissimo. Attivissimo in Europa, già visto in Italia, unica vittoria al debutto, ha il compito di tenere i sei round. Mentre Ionescu, tenterà di finire prima. La novità della TAF: per la prima volta inserisce una sfida al femminile.
Scelta la vigevanese Veronica Tosi (7-2), 37 anni, con la verve e la freschezza atletica di una ventenne e il sorriso della fiducia in un futuro ancora ricco di soddisfazioni. Pro dal 2019, a 31 anni, ha conquistato sia il titolo italiano gallo nel 2023 che l’europeo nel 2024. “Quel titolo – precisa – non l’ho perso sul ring, ma per motivi sanitari. Che ho superato, pronta a riprendermelo. Ringrazio Edoardo Germani, per avermi dato l’opportunità del rientro. Anche se non la sottovaluto, ritengo che Cristina Garganese (3-2) la mia avversaria, rappresenti una tappa di avvicinamento all’europeo. Che spero di disputare a tempi brevi. Dopo le vacanze estive, magari con la TAF”. Per la cronaca e l’attualità, la siciliana di Licata, Gloria Peritore (6-0-1), 36 primavere, detiene lo scettro dopo il successo sulla spagnola Natalia Francesca (7-5), lo scorso maggio a Carbonia. Un anno fa la stessa spagnola venne battuta da Veronica Tosi a Vigevano. Una sfida tutta italiana sarebbe la ciliegina sulla torta europea.
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Giuliano Orlando