Un altro passo di Usain Bolt verso la leggenda. Una falcata, più che un passo, come quella che distende nei 200 metri per andarsi a prendere il secondo oro a Rio 2016 dopo quello nei 100. Stadio pieno, come di consueto quando gareggia il fenomeno giamaicano, che al traguardo però non è soddisfatto del suo tempo: 19"78, davanti al canadese De Grasse (20"02 ) e al francese Lemaitre (20"12). Aveva promesso il record del mondo ma non ce l'ha fatta: è arrivata però l'ottava medaglia d'oro olimpica della sua carriera, adesso manca la staffetta 4x100 per chiudere il cerchio.
E' vero, la smorfia di Bolt guardando il cronometro è emblematica, ma il crono certo non è fondamentale. E pensare che prima dello start ballava sui blocchi di partenza, parlava al mondo, mentre gli altri erano impietriti. La consapevolezza di essere il migliore, lo ha confermato pochi giorni fa. Era in sesta corsia, la stessa dove corre i 200: parte forte (0"156 il tempo di reazione allo sparo), curva alla grande e sul rettilineo è già da solo. Spinge al massimo, tenta il record del mondo ma è troppo lontano: domenica compirà 30 anni, la storia l'ha scritta ancora una volta.
