Boxe: Golovkin-Alvarez nel segno della continuità ad alto livello

Pubblicato il 16 settembre 2017 alle 16:59:14
Categoria: Boxe
Autore: Luca Servadei

L’appuntamento della grande boxe di sabato notte, anche questa volta è a Las Vegas, la metropoli del gioco nel Nevada. Ancora non si è spenta l’eco della sfida tra Mayweather e McGregor che ha suscitato interesse e polemiche, ma anche un giro di dollari altissimo e il pugilato propone un nuovo confronto superiore a livello tecnico, se non mediatico, all’appuntamento del 28 agosto scorso.Il kazako Gennady Golovkin (37) mette in palio il suo formidabile capitale di cinture dei medi (IBO, IBF, WBA e WBC) contro il quasi invitto Saul Alvarez (49-1-1) - unico neo è opera di Mayweather jr. nel 2014 - beniamino dei messicani e non solo, sicuramente migliorato da quel match. Tra i due ci corrono otto anni e questa differenza d’età è alla base dei vari rinvii che il promoter dell’atipico ‘cicho’ (capello rossi ed efelidi in viso), l’ex plurititolato Oscar De La Hoya, ha messo in atto, consapevole che il tempo avrebbe giocato a favore del suo più giovane protetto.

Vedremo se questa tattica sia stata determinante nel risultato. Golovkin, 35 anni compiuti in aprile, entra in palestra nel 1996 a 14 anni, nel  2000 a Budapest domina i mondiali jr. nei welter, nel 2002 esce imbattuto dalla World Cup ospitata in casa ad Astana, dove batte il russo Balanov e il cubano Austin. L’anno dopo a Bangkok in Thailandia, vince l’oro iridato nei medi lasciando grande impressione. Ai Giochi di Atene 2004, solo  il russo Gaidarbekov, (non Ahmed Khan che milita nei leggeri, battuto dal cubano Kindelan per l’oro), lo costringe all’argento battendolo in finale. Resta dilettante fino al 2005, incrementando un record impressionate (335 vittorie e otto  sconfitte), anche se deve registrare alla World Cup in Cina, l’imprevisto stop dall’egiziano Hikul, ottimo pugile con un curriculum dove figurano successi anche sui cubani.

Svolge la prima parte della carriera da pro  (2006-2011) con la Universum e la K2 dei Klitschko in Germania, conquistando prima l’interim WBA e quindi il titolo assoluto nel dicembre 2010, incrementato l’anno dopo con l’IBO. Nel 2012 si trasferisce negli Usa dove in settembre debutta con Abel Sanchez all’angolo. L’avversario è di quelli da prendere con le pinze. Si tratta del polacco Proksa,  praticamente imbattuto dai pugni pesanti. che nulla possono contro il kazako  che mantiene le cinture vincendo prima del limite. Il proseguimento è tutto all’insegna dei trionfi. Batte il meglio della categoria, da Ishida a Macklin, Stevens e Adama, Geale, Murray e Monroe jr., Lemieux e Wade, va a Londra e spedisce ko. Kell Brook che era imbattuto (36). L’ultimo della serie è Daniel Jacobs, campione WBA dal 2014, pugile di ottima fattura che davanti al suo pubblico di New York ha dato il meglio, battuto solo ai punti dal kazako.

Questa vittoria di misura, dopo la serie impressionante di ko, l’ultima ai punti, data dal 2008, ha fatto sorgere qualche dubbio sull’avvio della fase discendente di una carriera che ha superato i vent’anni. Nulla da eccepire, per De La Hoya, la speranza che si concretizzi. Alvarez, 28 anni, ha gettato la maglietta al vento a 15 anni nel 2005, un anno prima del kazako. Boxe essenziale, organicamente fortissimo, si è fatto le ossa nel suo Messico, fino al 2008, conquistando nel titolini periferici WBA. La Golden Boy nel frattempo lo mette sotto contratto e dal 2010 il ragazzo di Gudalajara, diventa l’idolo del Messico. Campione del mondo WBC superwelter ai danni di Matthew Hatton, il fratello meno bravo, nel 2011, inizia a crescere battendo il meglio della categoria: Rhodes, Cintron, Mosley, Lopez, Trout fino a quando nel 2013 incrocia Mayweather sul ring di Las Vegas dove denuncia contro un supercampione, i limiti tecnici. 

Riprende l’anno dopo e di fronte al cubano Erislandy Lara non solo fatica, ma per molti critici la vittoria è dubbia. Nel 2015 supera bene l’esperto portoricano Miguel Cotto e diventa campione del mondo medi WBC, che lascerà in seguito per dissapori con la sigla. Difende la cintura con autorità spedendo KO Amir Khan e Liam Smith. Contro il figlio del grande Chavez, Cesar jr. domina alla grande lo scorso maggio. Adesso l’esame che conta, quello che potrebbe lanciarlo nell’olimpico dei medi. Golovkin ha i favori del pronostico ma meno del previsto. Match ricco, al campione 16 milioni di dollari che saliranno a 20 dopo l’incasso delle pay per view, per il messicano almeno 15 in totale. Il kazako è più alto (1.78 contro l’1.74).

Si prevede una partenza prudente per entrambi, poi i ferri si scalderanno e saranno riprese di fuoco. Difficile pensare al KO, essendo entrambi ottimi incassatori. Anche se nella boxe nulla è scontato. Tecnicamente il kazako ha migliori fondamentali e varietà di colpi, oltre a velocità di gambe e braccia. Tale mobilità, potrebbe fare la differenza, anche se dall’angolo di Alvarez, assicurano che i miglioramenti sono notevoli in rapporto al recente passato. Di certo è la sfida che dopo Mayweather-Pacquiao il pubblico della boxe attendeva. Tutto esaurito al T-Mobile Arena e per chi lo vedrà su pay per view avrà pagato almeno 60 dollari.

 

Articolo scritto da Giuliano Orlando