Livorno-Lanciano, il giudice sportivo: "Il rigore non c'era"

Pubblicato il 24 maggio 2016 alle 22:53:13
Categoria: Serie B
Autore: Fabio Codebue

Se è vero che a fine stagione gli errori arbitrali si compensano tra torti subiti e vantaggi acquisiti, provate a chiederlo al Livorno e a convincere i tifosi amaranto che sia proprio così. Perché se i toscani sono sì retrocessi sul campo e sicuramente per colpa di una squadra non all'altezza, allestita male dal presidente Aldo Spinelli e gestita ancora peggio (cinque cambi in panchina in un anno), nell'ultimo e decisivo incontro di campionato contro il Lanciano, valevole per la conquista dei playout, c'è un episodio che non può passare inosservato e che pesa come un macigno sulla discesa in Lega Pro dei labronici. Lo stesso che, visto male dall'arbitro Nasca e dai suoi assistenti, è stato invece rivalutato dal giudice sportivo Emilio Battaglia, dando ragione a Livorno senza però tuttavia rimettere in discussione la regolarità del match.

Siamo al minuto 69' di Livorno-Lanciano, con i padroni di casa sul 2-0 grazie alla doppietta di Aramu e in completo controllo del match. E' a quel punto che l'attaccante frentano Nicola Ferrari scatta in fuorigioco, arriva a tu per tu con il portiere Ricci e cade in piena area: per l'arbitro, senza considerare la posizione di offside in avvio, è rigore ed espulsione dell'estremo difensore labronico che esce dal campo imprecando e sostenendo di non aver toccato il giocatore del Lanciano. Parole urlate a ragione, come si capisce immediatamente dentro e fuori dal campo, ma che viene certificato soltanto oggi, dopo la squalifica di due giornate a Ferrari per simulazione. Una sanzione che, per quanto ristabilisca la verità sportiva, rende ancora più atroce la retrocessione dei labronici, raggiunto poi in inferiorità numerica sul 2-2 dopo una clamorosa papera del neo entrato Pinsoglio.

"Le immagini televisive - si legge nel comunicato del giudice sportivo - dimostrano chiaramente che la caduta del calciatore frentano, determinante nell'indurre l'arbitro alla concessione del rigore ed al consequenziale provvedimento disciplinare nei confronti del calciatore Ricci, non viene causata dall'azione del calciatore livornese, pertanto è ravvisabile quella 'evidente simulazione' prerogativa della 'condotta gravemente antisportiva'".