Andrè Villas Boas all'esame Dakar: "Una sfida con me stesso, la finirò"

Pubblicato il 17 dicembre 2017 alle 12:34:39
Categoria: Rally
Autore: Matteo Sfolcini

Andrè Villas Boas, soprannominato Special Two per il suo apprendistato sotto la sapiente guida di Mourinho fin dai tempi del Porto, Chelsea e Inter, oltre alla grande passione per il calcio ama anche i motori. Dopo aver lasciato la panchina dello Shanghai SIPG, all'età di 40 anni è pronto per una nuova avventura: sarà al via della Dakar alla guida di una Toyota Hilux. Prima della partenza che prenderà inizio il 6 gennaio da Lima, in Perù per poi fare tappa in tutto il Sudamerica e dopo aver concluso i test, il portoghese ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport.
 
Fin da piccolo Villas Boas ha avuto questa passione per i fuoristarda che poi ha lasciato per dedicarsi alla carriera da allenatore: "Da bambino mio padre mi portava alle gare, ma a 18 anni ho iniziato ad allenare ed era difficili conciliare le cose". La Dakar è la gara simbolo per chi ama il rally: "Mio zio Pedro l’ha corsa due volte. Anche lui ha debuttato a 40 anni. È la 40° edizione del rally: è curioso, tutti i numeri tornano. E' un concentrato di avventura, sfida, stress fisico e mentale. L’obiettivo è anche se mii sarebbe piaciuto correre in moto, ma avrei avuto bisogno di un anno di preparazione".

Villas Boas è stato il più giovane tecnico della storia del calcio a vincere all'età di 33 anni una coppa europea. Era la stagione 2010-2011 quando il suo Portò trionfò in Europa League con il suo marchio di fabbrica: il 4-3-3 che tutto il mondo ha ammirato: "Mi piace innovare. In questo Guardiola è il riferimento. Oltre ai trofei, è sempre bello poter lasciare un'impronta tecnico del tuo lavoro"

Il portoghese è stato il più bravo allievo di Josè Mourinho che lo ha aiutato a farsi le osse prima di spiccare il volo: "Ho imparato tantissimo da lui e gli sarò grato per tutta la vita. È normale che ad un certo punto le strade si dividano". Il ricordo dei tempi passati in cui era l'assistente dello Special One all'Inter sono stati molto importanti: "Meravigliosi momenti. Il campionato era competitivo e come tattico ho imparato molto. Sono ancora in contatto con alcuni esponenti della società. Spalletti adesso ha portato cambiamenti importanti, è il momento di sfruttare questo equlibrio".
 
Il tecnico fa un'ultima battuta sull'esclusione dell'Italia dai Mondiali: "Difficile immaginare un Mondiale senza l'Italia, un vero peccato. Quando uno sbaglia, gli occhi sono puntati contro l’allenatore. All’inizio tutti d’accordo nella scelta di Ventura, ora tutti concordi nel condannarlo". La Cina è un capitolo chiuso ora il futuro gli riserverà altre esperienze: "Sono in contatto con alcuni club europei, ma non ho fretta. Vedo opportunità anche in Brasile e Giappone".