Roma, Di Francesco:"Il derby non è mai una partita come le altre"

Pubblicato il 17 novembre 2017 alle 15:15:35
Categoria: Serie A
Autore: Piergiuseppe Pinto

Eusebio Di Francesco analizza in conferenza stampa le tematiche legate al derby della capitale, in programma Sabato alle 18:00: “Questa è una partita che levo dalla classifica. È unica e speciale. Non voglio fare proclami, non mi piace fare promesse, ma non voglio deludere i tifosi. Noi vogliamo vincere, non mi piace pensare che si possa scendere in campo per un pareggio, anche se sia noi sia la Lazio partiamo alla pari”.

Un rientro dalla sosta non facilissimo da gestire per Di Francesco, alle prese con i malumori dei nazionali azzurri dopo i playoff Mondiali e i guai muscolari di Nainggolan e Schick: "Al rientro c'è sempre qualche problemino, ma le condizioni sono buone. Due dei nazionali sono anche romani, quindi mi auguro che possa essere un motivo in più per rifarsi, mettendo in campo tutta la rabbia e l'orgoglio che li ha sempre contraddistinti. Abbiamo lavorato tutti insieme soltanto ieri, nell'insieme sono contento. Nainggolan tra oggi e domani decideremo se sarà disponibile per il derby, Schick non sarà convocato perché sta svolgendo un percorso individuale che sta migliorando. Finché non sta bene con me non si allenerà: dobbiamo evitare ricadute".

Sugli avversari, DiFra nutre grande rispetto e considerazione:"Per aver fatto i punti che ha fatto vuol dire che mette in difficoltà le avversarie. Hanno qualità, sanno ripartire e andare in verticale. In particolare Immobile sa andare molto bene in profondità e far male. Anche con l’Italia è stato il più pericoloso nel primo tempo. E' l’arma in più della Lazio, ha numeri veramente importanti e dovremo tenerne conto".

Chiosa inevitabile sulla Nazionale e sul momento che sta attraversando il calcio italiano: "Io partirei dalle seconde squadre, in modo da eliminare l'alibi dei troppi stranieri. Per avvicinarli dal punto di vista fisico e caratteriale di una prima squadra, il processo può passare per la seconda squadra, senza aver bisogno di fare prestiti dappertutto. Il bello del calcio è che la partita dopo permette di potersi rifare, quindi mi auguro che l'Italia sappia rialzarsi ancora.Non ho preferenze per un ct, mi auguro che si cominci a lavorare prima possibile. Dire Ancelotti è troppo facile, ma mi piace. Parlare della Nazionale adesso è come sparare sulla croce rossa, ognuno di noi è padrone delle sue scelte. Magari Tavecchio si sarebbe potuto dimettere, però sono curioso a questo punto di sentire i programmi. Bisogna vedere se realmente ci sono e si portano avanti. Spero che vengano ascoltati gli allenatori o le idee di tanti altri, ci vorrebbe tanto tempo per parlarne."

Articolo a cura di Davide de Rosa Laderchi