Serie D, Girone A: Chieri, prima volta nei pro?

Pubblicato il 28 dicembre 2016 alle 20:24:27
Categoria: Serie D
Autore: Redazione Datasport.it

36 punti a pari merito con il Varese ma, in virtù dello scontro diretto vinto 2-0 contro i biancorossi al 'Franco Ossola', a guidare il girone A di Serie D al termine del girone d'andata c'è a sorpresa il Chieri. Uno dei fautori di questo risultato è l'allenatore della squadra azzurra, Vincenzo Manzo, che a Datasport racconta i segreti della prima parte di stagione dei piemontesi.
 
- Chieri campione d'inverno: se lo sarebbe aspettato ad agosto?
"Noi siamo partiti con lo scopo di fare bene. L'inizio non è stato dei migliori, con un paio di pareggi di troppo ma, alla distanza, siamo cresciuti di livello, promuovendo anche un buon calcio. Il titolo di campioni d'inverno fa piacere, ovviamente, ma purtroppo conta relativamente. Se fossimo primi anche a maggio, allora sì che potremmo festeggiare".
 
- Nel girone d'andata, spiccano le vittorie in trasferta contro Varese e Caronnese, quest'ultima sconfitta nettamente per 3-0. Qual è stato il punto di svolta?
"Il nostro girone d'andata non è stato perfetto: abbiamo perso troppi punti, lasciati qua e là per disattenzioni o errori di vario tipo. Sicuramente il turning point è stata la partita contro l'Inveruno: l'avevamo in pugno, eravamo avanti 2-1 a 10' dalla fine e ci siamo fatti rimontare fino al 2-3 finale. È stata una gara con mille errori, tecnici, tattici e caratteriali: lì abbiamo fatto mente locale, abbiamo capito dove avevamo sbagliato e siamo ripartiti a testa bassa. L'importante alla fine è questo se si vuole migliorare ancora di più".
 
- Traspare un po' di rammarico per i punti persi...
"Sicuramente, non posso negarlo. Ripeto, sono dovuti ad errori, disattenzioni o atteggiamenti troppo rinunciatari e sufficienti. L'importante è che abbiamo capito cosa non andava, infatti nelle ultime settimane abbiamo ingranato la quinta. La squadra gioca bene, siamo determinati e concentrati anche se le avversarie ci daranno filo da torcere".
 
- A proposito di avversarie, quali sono le squadre più attrezzate e che combatteranno con il Chieri per la promozione diretta in Lega Pro?
"Penso che sia un discorso riferito alle prime cinque, ma aggiungo anche la Pro Sesto che sta facendo un mercato molto importante. Resta tutto molto aperto comunque, perché la Serie D è sempre stato un campionato che riserva insidie ogni settimana. Con la modifica dei gironi, il livello si è innalzato ancora: ci aspettano altre diciassette battaglie, siamo esattamente a metà annata. Quindi, prima di esultare, c'è da abbassare la testa e pedalare".
 
- Il Chieri, invece, si rinforzerà sul mercato per centrare la prima storica promozione in Lega Pro? Ma, soprattutto, riuscirà a trattenere giocatori importanti (Messias ma non solo) accostati nell'ultimo periodo a squadre di Serie B o Lega Pro?
"Abbiamo sentito anche noi le voci ma di quello si trattano. Non c'è nulla, la nostra idea è chiara: confermo al 100% che la rosa, attualmente di ventuno elementi, resterà la stessa fino all'8 maggio. Non partirà nessuno, non entrerà nessuno. Messias fa parte della rosa e non saluterà il Chieri, anche di fronte a qualsiasi tipo di richiesta. La squadra è migliorabile, ovviamente, ma mi fido delle qualità dei miei ragazzi. E, talvolta, andando a prendere un giocatore magari tecnicamente e qualitativamente superiore alla media, si rischia di spostare equilibri e 'rompere il giocattolo che funziona'. La Lega Pro, a questo punto, è un obiettivo e sarebbe storico, dato che il Chieri non è mai entrato nel calcio professionistico. Obiettivo raggiungibile? Se giochiamo come abbiamo fatto finora possiamo farcela, dipende solo da noi".
 
- Dando uno sguardo ai numeri, si denota come il Chieri sia di gran lunga il miglior attacco (36 reti, più di 2 di media a partita) ma non la miglior difesa (18 reti subite) del girone. Si può sfatare il mito che si vince con la difesa?
"Nel calcio le statistiche contano fino ad un certo punto ma qui non sbagliano: 36 reti fatte sono un bel bottino, 18 subiti non tanto. Alla lunga, credo che vinca chi prende meno gol, ed è qui che possiamo e dobbiamo migliorare. Certo, se manteniamo la media di 2 gol fatti ed 1 subito a partita, ci possiamo divertire. Ma, ripeto, va bene essere euforici per la classifica però dobbiamo mantenere i piedi per terra e restare equilibrati e compatti in campo. Per le conclusioni e disamine si dovrà attendere maggio".