Torino, 10 anni di Cairo: "Obiettivi? Cantera e Filadelfia"

Pubblicato il 2 settembre 2015 alle 12:41:58
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

Lo hanno chiamato in tutti i modi, da "Papa Urbano" a "Cairobraccino". Lo hanno osannato per la promozione del 2006 e contestato violentemente per la retrocessione del 2009. Adesso, dopo il ritorno del Torino in Serie A e gli ultimi campionati con i granata protagonisti, Urbano Cairo è un presidente stimato che non si può criticare neppure per le cessioni dei vari Cerci, Immobile, Darmian. Una gestione oculata, certamente cambiata nel corso del tempo, della quale lo stesso numero uno granata traccia un bilancio nel giorno in cui festeggia 10 anni al timone della società di via Arcivescovado.

Intervistato dai principali quotidiani sportivi, Cairo si lascia andare tra ricordi più o meno felici e progetti e sogni futuri. "La gioia più grande - dice il presidente granata - è stata senz'altro la prima promozione, quella del 2006. Ma anche vincere il derby dopo 20 anni non è affatto male, così come chiudere un campionato al settimo posto. Il momento più duro, invece, la retrocessione, non tanto la contestazione. Quella retrocessione è stata un trauma".

Una caduta dalla quale il Toro ha saputo rialzarsi, grazie anche al nuovo modo di gestire la società: merito dello stesso presidente che ha saputo programmare e investire finalmente nel modo giusto, partendo da uomini di fiducia come il direttore sportivo Stefano Petrachi e l'allenatore Giampiero Ventura. "Prima inseguivo i grandi nomi - confessa Cairo -, ma è finita la stagione in cui arrivavo disperato all'ultimo giorno di mercato e pagavo caro ciò che non andava bene alla squadra. Adesso abbiamo compiuto investimenti importanti sui giovani, quattro nostri ragazzi (Baselli, Zappacosta, Belotti e Benassi, ndr) rappresentavano l'ossatura della passata Under 21".

Dal presente, Cairo vola ai progetti futuri e al sogno chiamato Filadelfia. "Il mio obiettivo è di riformare una cantera che produca giocatori per la prima squadra, proprio come una volta - chiude il numero uno granata -, e tornare ad allenarsi al Filadelfia. Speriamo di poterlo fare entro il 2016.