Roma, De Sanctis accusa: "Mai ad armi pari con la Juve..."

Pubblicato il 16 ottobre 2014 alle 10:10:19
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

"Come dicono alla Juve? 'Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta'. Dovrebbero aggiungere: 'E non ci interessa tanto come'". Morgan De Sanctis rompe il silenzio e, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, torna a parlare di sospetti, scaturiti dopo la sfida Juve-Roma di campionato. "Non parlo di furti, intendo dire che dovrebbero ammettere di essere stati fortunati e non trincerarsi dietro la tesi dell’accerchiamento".

De Sanctis non fa sconti e accusa: "La sudditanza psicologica esiste. Nell'Udinese devi accettare cose che non sempre si verificano ma non ti sorprendono. Con Napoli e Roma si verificano meno. Sulla Juve occorre fare una valutazione generale: tutto quello che ha vinto nel calcio italiano non è proporzionale a quello che ha vinto all’estero. Ed è un qualcosa che fa riflettere… ".

Il portiere della Roma analizza poi il comportamento dei giocatori bianconeri: "Allo Juventus Stadium - prosegue - l’arbitro arriva lì con 5 assistenti, non ne ha bisogno di altri cinque. Ho ancora nella memoria i flash dopo il primo rigore per il mani di Maicon e dopo il goal di Totti: è assurdo che 4-­5 juventini debbano andare a protestare da Rocchi, che è bravissimo. E' una situazione studiata che usano nei momenti d’indecisione".

Nessun dubbio, però, sulla buona fede dei direttori di gara: "Prima di Calciopoli la classe arbitrale era poco libera nei fatti - continua De Sanctis -, l’attuale invece è libera e bisogna concedere loro l’errore. Non c'è disonestà intellettuale, ma purtroppo il sistema italiano si muove con leggi non scritte in cui il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto".

De Sanctis risponde poi al collega Buffon che aveva rimproverato Totti per le parole nel post-partita: "Io e Gigi siamo anziani e forse stiamo perdendo la memoria. Lui poi in carriera ha avuto molti più successi che delusioni. I giocatori della Juve sbagliano a sentirsi perseguitati. Sono uguali agli altri e si comportano alla stessa maniera: l’unica differenza è che in Italia vincono spesso. A Buffon posso insegnare come si perde; un giorno però spero di potergli insegnare anche come si vince".

Il portiere abruzzese ce le ha per tutti e sotto accusa finiscono anche Platini, Nedved e la signora Agnelli: "Il primo ha una visione troppo ristretta, è stato solo ju­ventino. Spero abbia usato l’ironia, visto che ha det­to di non aver visto la partita. Ma da presidente Uefa non è stato opportuno parlarne. Le parole di Pavel su Totti sono state fuori luogo, mentre alla moglie di Andrea non rispondo: non è gentile farlo con una signora".

Molte critiche sono piovute su Totti che a fine partita aveva polemizzato ma De Sanctis lo difende: "I vincitori dovevano abbassare i toni e invece è stato il contrario. Io dico che discutere non è negativo. Il calcio vive di polemiche e teatralità. Con 20 anni di calcio alle spalle, Totti ha fatto bene a parlare dopo il match. Bisogna saper perdere, ma si fa fatica ad accettare certe decisioni perché si ha la sensazione di non giocare ad armi pari".

La Roma deve ora voltar pagina per continuare a sognare lo scudetto: "A Torino abbiamo dimostrato di essere meglio di loro - continua De Sanctis -. Per la Champions faremo il possibile, ma la corsa è al titolo. Non vogliamo arrivare secondi ma vincere, possiamo farcela". Un pensiero, infine sul futuro: "La Roma mi ha fatto una proposta e sto riflettendo, entro dicembre darò una risposta. Vorrei chiudere nel migliore dei modi, altrimenti andrò negli Stati Uniti".