Paolo Maldini: "Al Milan sono visto come un problema"

Pubblicato il 28 marzo 2017 alle 19:31:29
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

In un'intervista rilasciata al podcast 'Planet Futbol' di Sport Illustrated, Paolo Maldini ribadisce ancora una volta di essere lontano dal ritorno nella società rossonera: "Mio papà è stato capitano del Milan, io sono nato a Milano e i miei figli hanno giocato nelle giovanili del Milan. Amo il Milan e se un giorno avrò la possibilità di tornare, ne sarei felice. Ma non è facile, perché sono stato visto come un problema. Perché io non ho bisogno di lavorare per il Milan, ma mi piacerebbe farlo. Questa mia posizione di indipendenza è difficile da interpretare ed è complicato. Ma vedremo".

L'ex capitano rossonero analizza il momento storico non certo positivo del club di via Aldo Rossi: "Sono cinque anni che non si vince nulla, eccetto la Supercoppa Italiana di dicembre, e sono tre anni che la squadra non si qualifica per le coppe europee. Il presidente Berlusconi sta cercando di vendere il Milan, ma non si sanno tante cose come, ad esempio, quanti soldi vorranno investire nel rilancio della società. Ci vogliono tanti soldi per tornare allo stesso livello di 10 anni fa".

Negli ultimi anni bui del Milan l'unica speranza per il futuro sembra essere Donnarumma: "Ha un grande talento - prosegue Maldini -. Sapevamo che aveva qualcosa di unico fin da quando è arrivato nelle giovanili del Milan. Solo chi non capisce di calcio non ha riconosciuto le doti di Gigio. Dopo Buffon, che ha fatto il suo debutto in Serie A contro il Milan, ho visto le stesse doti e qualità in Donnarumma. Pur essendo molto grande, è molto veloce ed è un grande ragazzo. Adesso si parla tanto di lui e devi essere un bravo ragazzo per isolarti dalle voci e pensare a fare bene in campo".

Dal presente al passato, Maldini ricorda con affetto alcuni suoi compagni coi quali ha vinto tutto in Italia e in Europa: "Franco Baresi è stato un grande capitano ed un grande esempio per tutti. Non parlava tanto, ma in campo e fuori era il numero uno. Van Basten il compagno più forte, ma anche Gullit, Kakà, Shevchenko.. Maradona è stato l’avversario più forte contro il quale ho giocato. In campo era un grande. Anche Ronaldo il Fenomeno è stato un avversario molto duro. I due anni che ha giocato nell’Inter, prima degli infortuni, era davvero dura stargli dietro".

Infine spazio ai grandi allenatori avuti in carriera: "Sono stato fortunato. Ho iniziato con Liedholm, che ama i giovani e ho fatto il mio debutto con lui. Dopo di lui ho avuto Arrigo Sacchi ed ho imparato tanto da lui. Capello è stato un mix di grandi allenatori e, infine, con il mio amico Ancelotti. Lui è un grande uomo e un grande allenatore. Sono stato allenato da mio papà in Under 21, al Mondiale '98 e anche al Milan per qualche mese - conclude Maldini -. È stato bello".