Milan, auguri Marco Van Basten: compie 50 anni. Video

Pubblicato il 31 ottobre 2014 alle 18:21:03
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

Il Cigno fa cinquanta. Mezzo secolo fa, a Utrecht, nasceva Marco Van Basten, attaccante tra i più forti della storia del calcio, capace di rivoluzionare il gioco grazie alle sue peculiari caratteristiche, campione dentro e fuori dal campo. Campione di eleganza, innanzitutto, nonostante quel fisico da corazziere: fino ad allora, infatti, sul rettangolo di gioco non si era mai visto un fenomeno alto uno e novanta.

Danzava con la palla, intuiva la giocata ancor prima che la sfera gli arrivasse sui piedi: gol a raffica, ma anche tanti assist. L'esordio tra i professionisti con la maglia dell'Ajax il 3 aprile 1982, non ancora maggiorenne, al posto di Cruijff: non capita a tutti. Con i lancieri segna 152 gol in 172 presenze, tra cui quello decisivo nella finale di Coppa delle Coppe dopo 3 mesi di stop per la prima operazione alla caviglia.

Nell'estate del 1987 il passaggio al Milan. Una nuova operazione alla caviglia non lo ferma: con numeri di alta scuola Marco manda in visibilio i tifosi rossoneri, ma non solo. Tutti gli amanti del calcio spalancavano gli occhi di fronte alle sue giocate, non basterebbe una giornata per rivederle tutte: la rovesciata col Goteborg, il colpo di testa in tuffo col Real Madrid, lo strepitoso gol al volo con la maglia dell'Olanda nell'Europeo vinto nel 1988. Solo per citarne alcune.




Vince tutto. Quattro Scudetti, due Champions, due Intercontinentali e tre Palloni d'Oro, di cui due consecutivi. Statistiche da fenomeno: nelle 85 partite in cui ha segnato (124 gol totali) il Milan non ha mai perso. Ad alimentare il mito il ritiro prematuro, a causa degli ormai inguaribili problemi alle caviglie: il 18 agosto 1995, prima di un Trofeo Berlusconi, San Siro lo saluta a soli 30 anni.

Lui ringrazia, col giubbino di renna diventanto leggenda. Fuori dal campo lo aspetta la moglie Liesbeth con la quale mette al mondo due figlie, poi c’è la passione per il golf. Ma il richiamo del campo è troppo forte, allora inizia ad allenare: i risultati però non sono gli stessi di quando giocava. Nelle ultime settimane lo stop per il troppo stress: perché un vero campione sa anche quando fermarsi.