Boxe, retroscena all’AIBA: le operazioni di WU

Pubblicato il 31 gennaio 2018 alle 19:53:12
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Nella relazione di commiato da parte del presidente ad interim uscente Franco Falcinelli alle 98 nazioni presenti e al rappresentante del CIO Kit McConnell, al recente Congresso Straordinario tenutosi a Dubai negli Emirati Arabi, sono venute fuori, situazioni sconcertanti sul comportamento dell’ex presidente Ching-Kou Wu, in carica dal 2006 al 2017. 

“In questi sette mesi – si legge nella relazione – abbiamo percorso un viaggio pieno di sorprese, dolore e imbarazzo. L’ex presidente ha fornito false dichiarazioni per difendersi. Ci ha ingannati sulla finanza dell’AIBA, ha fatto accordi commerciali senza coinvolgere l’AIBA, creando l’attuale crisi finanziaria. Non solo, l’inchiesta interna ha scoperto che l’ex direttore esecutivo Kim, non ha sottoscritto l’accordo di investimento Benkons da solo, sottratto i fondi AIBA, sottoscritto e/o falsificato la firma dell’ex presidente Wu. L’inchiesta ha determinato che WU da solo era pienamente coinvolto in tutti i procedimenti commerciali, approvato le spese dei fondi AIBA e firmato tutti gli accordi. Quindi unico responsabile. Rimuovendo il sig. Kim da accuse infondate. Il 2017 è stato l’anno più triste e più difficile per la storia del pugilato e dell’AIBA”.

La relazione fa presente che dopo le dimissioni di WU, sono stati nominati 3 amministratori nell’Ufficio HQ (Terry Smith, Mohamed e Pat Fiacco) in sostituzione del direttore esecutivo, che hanno lavorato ottimamente nel gestire il funzionamento dell’AIBA. Un nuovo presidente nella Commissione per l’etica della CE AIBA, il professor Ulrich Haas e la composizione di 5 membri.

Una forte spesa è stata sostenuta dall’AIBA nel contrasto all’opposizione di WU refrattario alle dimissioni. Nello specifico, il contenimento dei costi di gestione: “Per l’ufficio HQ dell’AIBA, stiamo gradualmente ridimensionando funzioni e posizioni, gestiti da impiegati più qualificati e professionali, più efficienti e meno costosi. Meno stipendi, meno oneri sociali, viaggi più economici, meno costi legali e meno uffici e spazi. Escluso il trasloco degli uffici. Raggiunto un accordo con la Benkons per ridurre il pagamento in contanti. Concordato di convertire in sponsor una  parte significativa dell’importo dovuto. L’AIBA non dovrà pagare in contanti fino al 2021, evitando in tal modo  il rischio bancarotta.”

Il lavoro di Falcinelli ha trovato anche l’accordo sia con BMA (marketing) che Alisport per uscire dagli impegni sottoscritti da WU di propria iniziativa, rivelatisi onerosi e improduttivi. “Il precedente management ha ignorato e abbandonato l’importanza dello sport come fondamento della nostra organizzazione. Il nuovo compito è affidato a Pat Fiacco (commissione tecnica e organizzativa) e a Osvaldo Bisbal (commissione arbitrale e giudicante). Impegnati a sviluppare accademie e centri di formazione, Son in corso rivalutazioni del sistema di punteggio e le regole nelle competizioni. In particolare sui verdetti col sistema B.A.R. che esamina la revisione dell’analisi. Pensiamo di aver trovato personale specializzato per il controllo antidoping che sia in linea con le richieste della WADA. Cambiando alcune norme interne, per dare più poteri all’AIBA e non al singolo individuo”. A questo punto della relazione, vengono resi noti alcuni particolari decisamente preoccupanti.

“Gli ‘amici’ purtroppo l’8 giugno, con la Commissione del CIO, hanno preso la decisione di ridurre le categorie maschili da 10 a 8 e aggiungerne due femminili, per i Giochi di Tokyo 2020. Di questa decisione i membri del comitato esecutivo dell’AIBA sono venuti a conoscenza , due mesi dopo a  Mosca a fine luglio. Per tutti noi è stato uno shock totale e abbiamo deciso all’unanimità di respingerlo. Il CIO ha chiesto di cambiare le norme, creando conseguenze terribili, per la differenza di peso. Leggendo gli scambi tra AIBA e CIO,  abbiamo appreso che l’ex presidente e alcuni membri dello staff precedente, hanno gestito questo processo senza coinvolgere alcun membro del comitato esecutivo e solo poche persone delle commissioni T&R sono state invitate a esprimere le proprie opinioni. Alcune settimane dopo le dimissioni di WU, abbiamo iniziato a ricevere comunicazioni continue del CIO  che ci esortavano a riferire  sui progressi di tutte le questioni. Dalle finanze all’antidoping, sull’attività e persino sulla gestione. Ci ha informati che ha deciso di sospendere il pagamento finale delle quote relative ai ricavi TV dei Giochi di Rio. L’AIBA ha anche ricevuto dal CIO l’informativa che porrà all’ordine del giorno di discutere il futuro del pugilato ai Giochi Olimpici. Questa ricorrente minaccia offende la nostra gloriosa storia olimpica e la nostra tradizione  di uno sport diffuso in tutto il mondo. Il pugilato non può essere escluso dal programma olimpico perché appartiene alla storia del mondo, oltre che dello sport”. La chiusura della relazione, accolta con una lunghissima ‘standing ovation’, è stata emblematica e chiara: “Il 2018 deve essere l’anno dell’orgoglio dell’AIBA. Dobbiamo fare tutto il possibile per riaffermare il nostro orgoglio di essere una famiglia di pugili. Insieme a voi, siamo molto fiduciosi di poter raggiungere tutti gli obiettivi in un’unica squadra”.

Fin qui la relazione, che ha scoperchiato un pozzo nero che eruttava sporcizia da anni. Sorge una domanda. Il CIO si è accorto solo in questi mesi che nell’AIBA qualcosa non funzionava? I solerti rappresentanti che oggi sollecitano e minacciano, ignoravano che uno dei loro membri stava operando in proprio, senza la collaborazione dei membri dell’ente che presiedeva. Da anni non era in regola con l’antidoping, da anni gestiva operazioni finanziarie extra AIBA, da anni correvano voci di situazioni strane. Il CIO dov’era?

Per concludere, nel precedente articolo ho scritto che la delegazione russa giunta a casa di Falcinelli ha trattato il futuro delle presidenza. Mi correggo, si trattava delle tematiche del meeting di Roma e la scelta dei migliori pugili della scorsa stagione a Sochi. Non altro.

 

Articolo scritto da Giuliano Orlando