Boxe, Prodan prima soffre poi mette KO Largacha.

Pubblicato il 18 febbraio 2018 alle 21:09:20
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Nel record di Maxim Prodan (13-0-1), la seconda sfida contro Manuel Largacha figura così: vittoria KO 6 t. Mai risultato merita un ulteriore commento atto a capirne il valore e la sofferenza per raggiungerla. Gli spettatori accorsi al Teatro Principe di Milano, sapevano molto bene che non sarebbe stata una passeggiata per l’ucraino, da anni residente a Bovisio Masciago (Mi). Il panamense aveva fatto capire nel match precedente finito in parità, che avrebbe reso la vita dura a Maxim. Il Teatro Principe anche se non presentava il tutto esaurito previsto, causa il Carnevale Ambrosiano, ha seguito la serata col solito trasporto: con bandiere e striscioni che confermavano il tifo per il welter nato  e cresciuto pugilisticamente all’ombra dei Cherchi. In particolare di Franco il suo maestro e di Alex il promoter e organizzatore. 

Una carriera all’insegna delle vittorie prima del limite, che lo scorso luglio ebbe il primo semistop, con questo panamense dalla boxe spettacolare e difficile, aiutato da un fisico da medio e braccia lunghissime che usa abilmmente, aggiungendoci quella teatralità molto diffusa nel centro America e nei Caraibi in particolare. Il combattimento parte subito a mille e prosegue senza un attimo di sosta, con scambi tremendi. In equilibrio per due round, col pubblico partecipe e un piccolo ma non per questo meno rumoroso gruppetto a sostegno di Manuel. Dalla terza ripresa la svolta temuta: L’ospite ruba il tempo dei colpi e inizia una danza infernale di colpi, che Prodan subisce a lungo. Costretto alle corde, anche se ben chiuso in guardia, il rapporto dei colpi è tutto per l’avversario, la cui vitalità sembra infinita. Talmente evidente e spettacolare che invita i fotografi a riprenderlo mentre gigioneggia. Tre riprese di autentica sofferenza, con l’ucraino che diminuisce le reazioni, sempre più in difficoltà. All’ angolo lo spronano e al termine delle quinta riprese, Franco Cherchi con brutale sincerità lo avvisa: “Sta perdendo il match di brutto. Dov’è il tuo orgoglio? La tua forza?”. 

Prodan a quel punto, come dirà dopo la vittoria, capisce che finora gli è mancata la cattiveria, la forza di reagire, quasi una rassegnazione.  Inizia il sesto tempo e Largacha riprende la danza offensiva. La solita serie sopra e sotto, qualche passo di danza e quindi l’appoggio alle corde per riprendere fiato. Abbassa la guardia e a quel punto, la tigre finora nascosta esce all’improvviso dal cuore di Prodan. Come un felino parte all’assalto colpendo il bersaglio alto con entrambi i pugni, una, due, tre, quattro, cinque e più volte, senza soluzione di continuità. L’espressione del rivale, prima tranquilla, poi sorpresa e quindi smarrita, filma la sua fine incredibile e inequivocabile. Esce sbandando dall’angolo, viene ancora centrato e cade bocconi. Al sette tenta di rimettersi in piedi, ci riesce ma le gambe e lo sguardo non rispondono ai segnali dell’arbitro. KOT al sesto tempo e trionfo incredibile Maxim Prodan. L’esultanza del pubblico è alle stelle, gli applausi si sprecano e la standing ovation accumunano i due protagonisti. Al momento dello stop i giudici avevano vantaggio per l’ospite. Una vittoria quasi insperata e per questo ancora più bella. 

Per cinque round – ammette il vincitore – ha tenuto un ritmo infernale, non dava tregua e capivo che dovevo limitare i danni, sperando di uscire nella parte finale. Non poteva durare all’infinito. Infatti, quando ho capito che non potevo aspettare altro tempo e ho sentito che nonostante restasse all’attacco, la sua potenza era scesa, ho aspettato che finisse la scarica e quindi si scoprisse per respirare e l’ho punito. Con questo ammetto che mai nessuno mi aveva fatto soffrire tanto. Debbo la vittoria alla preparazione perfetta col maestro Franco Cherchi. Diversamente avrei dovuto arrendermi. Era venuto per vincere e lo aveva detto, ma non sapeva che io ci credevo più di lui”.

Lo sconfitto è frastornato, ha perso la sua verve e si copre il viso con le mani, scuote il capo, incredulo. “Avevo abbassato la guardia, per recuperare un momento e riprendere la lotta. Lui mi ha colpito cento volte con precisione e velocità. Lui è stato bravo, io loco. Peccato”. Alex Cherchi ammette che quasi non ci credeva più: “Passavano le riprese e l’avversario lo aggrediva sempre. Anche se Prodan era chiuso e lucido, mancava di reagire. Per fortuna è arrivata la reazione attesa e una vittoria importante. Ma c’è ancora molto da lavorare. Due cose abbiamo capito: Max ha un fisico d’acciaio e quando ritrova gli occhi della tigre è un flagello. Avere ancora quella potenza dopo sei round pazzeschi non è da tutti. Certo deve fare altra esperienza, variare i temi tattici e muovere gambe e tronco meglio. Ma può farcela, perché è giovane e ci crede”.

Debutto rapido e promettente del medio Joshua Nmomah (1), al secondo round, il destro al mento di Janjic (2-27-3), collaudatore serbo, non concedeva altra alternativa che il KO. Il pugile di Novara ha mostrato di poter salire in alto nei medi. Il gemello Samuel (6) ha stravinto col mestierante del Nicaragua, Medrano (10-58-4), che ha retto i sei round e fatto fare preziosa esperienza all’italo nigeriano, apparso più mobile e meno impulsivo. Faretina 2) superpiuma al secondo impegno ha costretto alla resa il giovane serbo Naumovski (1-1-1) in meno di due round. L’allievo dei fratelli Pasqualetti ha mostrato miglioramenti in rapporto al debutto, mantenendo la concentrazione e confermando quel pizzico di potenza che non guasta. L’avversario non era male ma poco incisivo. Leo può ancora migliorare. Gli assenti, come sempre hanno avuto torto marcio. Un Prodan-Largacha, valeva dieci volte il biglietto.



Articolo a cura di Giuliano Orlando