Boxe: Mondiali di Amburgo senza azzurri in semifinale

Pubblicato il 30 agosto 2017 alle 20:08:05
Categoria: Boxe
Autore: Luca Servadei

Siamo alla stretta conclusiva. I mondiali numero 19 alla fase conclusiva. Delle 75 nazioni al via, in 20 sono arrivare all’onore del podio. Cuba (7), Kazkistan e Uzbekistan (6) formano il terzetto dominante con 19 podi assicurati, una sfumatura meno del 50%. Il resto diviso tra Usa, Azerbajan e Russia (2), quest’ultima la grande delusione del torneo, che ha perduto ben sette atleti prima delle semifinali, il vice iridato ed europeo uscente Egorov (49),  il leggero Mamedov argento a Karkiv, battuto dal turco-tedesco Yldirim all’esordio, il superleggero Dunaytsev, che dopo i trionfi  europei e ai mondiali 2015, sembra aver imboccato la strada di tramonto imprevisto, vista l’età (25 anni), il welter Sobylinskii entrambi battuti dagli statunitensi Rojas (19 anni) e Randall (27). Che dire del medio Khamukov (26 anni) europeo 2015, titolare a Rio, eliminato dal colombiano Palacios sulla soglia dei 30 anni, il mediomassimo Gadzhimagomedov, un bel longilineo, argento agli europei U22 e assoluti quest’anno, ha incrociato nei quarti l’uzbeko Melikuziev (21 anni), argento a Rio nei 75 kg., forte e in progresso che ha avuto la meglio di un rivale partito bene ma finito sulle ginocchia. Infine il +91 Babanin, vecchia conoscenza già nelle World Series, battuto da Vianello a Mosca tre anni fa, vittorioso nelle altre precedenti sfide, ad eccezione qui ad Amburgo, dove tre 4 giudici non sappiamo se per incapacità o altro, lo  hanno premiato a dispetto della realtà.

Vittoria di Pirro, essendosi presentato l’altra sera contro l’australiano Goodall in condizioni pietose: sfigurato in faccia e senza un briciolo di energie, ha disputato un match penoso, pagando il premio ingiusto contro Vianello. Per la corazzata sovietica sono rimasti sul pezzo Galanov (52) la cui vittoria su Cappai fa parte degli ordini dall’alto, e il massimo Tishchenko, il beneficiato dell’oro a Rio, il verdetto più scandaloso dei Giochi, contro il kazako Levit, in linea con quello di Cammarelle a Rio. Non male come disfatta. L’Azerbajan, partita con quattro pugili, ne ha perduto due per strada, il superleggero Sotomayor, testa di serie n. 1 e fatto fuori al primo turno dall’egiziano Mohamed (3-2) una delle  grandi sorprese, non l’unica. E il quotato welter Baghirov eliminato dal mongolo Byamba 30 anni, vecchia conoscenza, ma sempre un torello instancabile. Si sono salvati col medio Shakhsurval vincitore  stento di Palacios (3-2) e il trentenne russo Majidov, favorito da un sorteggio premio, rischia di vincere il terzo alloro iridato, col permesso del kazako Kunkabayev.

A proposito  sorprese, quella più clamorosa l’ha fornita il kazako Amankul nei medi, battendo il supertitolato cubano Lopez, stranamente abulico e fatto fuori prima delle semifinali. L’Italia nel complesso non ha deluso, nonostante sorteggi arcigni a cominciare da Cavallaro che negli ottavi incrocia Lopez e perde ai punti, Serra (49) paga l’inesperienza contro l’indiano Amit che non era un nessuno, arrivando ai quarti e battendosi alla pari con l’uzbeko Dusmatov, oro a Rio per la semifinale. Di Cappai è stato detto, mentre Di Serio ha sfiorato l’impresa contro il dominicano Los Santos premiato forse in eccesso. Mangiacapre (69) al di fuori dell’esito sconcertante del verdetto contro il quotato Zhussupov, prima la vittoria per RSC, poi il ripensamento a conferma che se il supervisor non conosce le regole, significa che siamo alla frutta, non ha convinto. Ci era piaciuto di più in Ucraina contro Baraou (Ger), diventato campione d’Europa ed ora in semifinale.  Manfredonia è ammirevole per la volontà, ma la condizione reale è minima. Il  bielorusso Dauhaliavets, tecnicamente una frana, lo ha costretto alla difesa per tre round. Vianello, che agli europei era stato giustamente battuto da Babanin,  altrettanto giustamente ad Amburgo aveva vinto.

Che dire? In mano a giudici incapaci in buona o cattiva fede, il risultato è che a questi mondiali per noi è sempre stato pollice verso. Peccato, perché se a Doha 2015, l’uscita dalla zona medaglia era inappellabile, qui a due passi dal Mar Baltico, Cappai e Vianello il podio se l’erano meritato. Giovedì e venerdì semifinali, sabato l’oro in palio. A Doha, Cuba mise insieme 4 ori, 2 argenti e un bronzo e potrebbe addirittura far meglio. Kazakistan e Uzbekistan puntano alla doppietta ma possono aumentare, anche se ci sono scontri diretti già in semifinale. Per gli altri è una lotteria, con qualche ambizione da parte dell’Irlanda con Ward (81), la Korea con Kim (52), oltre all’Azerbajan, nei +91. A breve ne sapremo di più.


Articolo a cura di Giuliano Orlando

Credit per la fotografia Marcello Giulietti