Boxe: a Cardiff ottima prova della Taylor, Joshua non brilla ma vince

Pubblicato il 29 ottobre 2017 alle 14:00:01
Categoria: Boxe
Autore: Marco Santoni

Vado controcorrente e dico che al Principal Stadium di Cardiff, l’irlandese Katie Taylor (7) non è stata da meno nello spettacolo, dell’idolo britannico Anthony Joshua (20), che per l’occasione ha messo in banca 25 milioni di euro. Katie conquista l’iride leggeri WBA dando vita ad una battaglia intensa con Esther Sanchez (17-3) indianita di Pergamino, non lontano da Buenos Aires, finita al tappeto al secondo round, sul sinistro entrato al fegato come un missile. Ha faticato e non poco a riprendere la posizione verticale, tanto che l’arbitro ha avuto qualche dubbio sulla ripresa, ma alla fine deve aver pensato che lo spettacolo era solo all’inizio e così la Sanchez è risorta d’incanto. Non che la “fanciulla” di Bray (31 anni, contro i 26 della rivale) sia andata in crisi, ma per vincere ha dovuto tirare fuori tante energie e correre qualche rischio. L’argentina, una volta uscita dal tunnel dello stop, ha dimostrato di avere orgoglio e un destro di tutto riguardo, che ha sparato spesso al bersaglio alto. Dieci round a mille, con scambi quasi sempre a favore della Taylor ma ugualmente sul filo della sorpresa. Risultato mai in dubbio, ma per la prima volta il volto di Katie era segnato come mai in passato. La Sanchez, sensibile al corpo, è risultata una roccia al volto, colpito a ripetizione ripresa dopo ripresa. Meglio di così non potevano chiedere i 78.000 spettatori, felici per l’esito della sfida al femminile. Entrando nel merito tecnico, la neo campionessa avrebbe potuto essere più prudente, muovendosi sulle gambe come ha fatto per qualche momento, ma al cuore non si comanda è l’indole battagliera ha prevalso. Meglio per lo spettacolo. Anthony Joshua ha difeso con successo i suoi titoli (WBA-IBF e forse IBO) dominando il francese del Camerun, Carlos Takam (36-4-1), diretto dalla famiglia Cherchi, costretto alla resa dall’arbitro, all’alba del decimo round. In quel momento la situazione era più che definita, per i giudici un distacco abissale e tutto lasciava prevedere che si sarebbe ampliato. Nonostante i numeri impietosi, il macth pur mancando del pathos dell’incertezza non aveva deluso, semmai il contrario. Takam, pur ferito alla palpebra destra e in altri punti, non si è mai arreso, tentando coraggiosamente di uscire dall’assedio dei colpi lunghi e maligni del campione, che ha evitato di gettarsi allo sbaraglio, dopo aver subito una testata al naso piuttosto pesante nel secondo round. Takam ha retto, meglio del previsto, dando ragione a Salvatore Cherchi che ha insistito nello smentire coloro che ritenevano quella di Carlos una toccata e fuga. In effetti si sbagliavano. Contato al quarto tempo, ha ripreso la lotta senza denotare difficoltà. Addirittura il settimo tempo è stato assegnato al francese. La decisione di Phil Edwards è stata variamente interpretata. Il pubblico ha protestato, Takam l’ha contestata duramente. In effetti lo sfidante dava l’impressione di poter finire il round, ma è anche vero che di colpi ne ha ricevuti parecchi. Salvatore Cherchi appariva contrariato: “Nessun discute che fosse indietro, ma va tenuto presente che si trattava di un mondiale di boxe, quindi Takam non andava fermato. Era lucido e bene sulle gambe. L’handicap, oltre ad una preparazione buona ma non ottimale è stata la ferita molto importante, che l’ha condizionato. Abbiamo dimostrato comunque che non siamo venuti a Cardiff solo per la borsa (cinque milioni di euro) ma per vincere il mondiale. Questo il pubblico lo ha capito, applaudendo Takam lungamente”. E adesso? Il promoter Eddie Hearn, salito sul ring a parlare dei programmi futuri di Anthony, non ha escluso nulla, tenendosi nel vago su tutto. Andrà in America? “Quasi sicuramente”. Resterà in Europa? “E’ possibile”. Il match più atteso con Deontay Wilder? “Fa parte dei programmi, ma potrebbe anche farsi in Inghilterra. Abbiamo un pubblico non inferiore agli Usa”. Joshua, ha insistito di voler combattere e basta. Diversi i nomi: dall’inglese Whythe (22-1) che ha battuto un evanescente Helenius (25-2) ex europeo vicino al pensionamento, a Jarrell Miller (Usa 19-0-1), magari per l’esordio del campione negli Usa, previsto il 3 febbraio 2018. Nel frattempo Miller combatterà a Nassau l’11 novembre contro Mariusz Wach (Pol. 33-2) Al momento è tutto in alto mare. Nuotando su onde che vedono la boxe in Inghilterra tornata ai tempi d’oro. Beati loro.

Articolo scritto da

Giuliano Orlando