Biliardo: il Mondiale torna a Milano

Pubblicato il 7 maggio 2015 alle 16:12:50
Categoria: Biliardo
Autore: Redazione Datasport.it

Alla presentazione del prossimo mondiale di biliardo, tenutasi nel salone del Coni di via Piranesi, che torna a Milano dopo 28 anni, seduti in prima fila Salvatore Mannone e Gianfranco Rosanna protagonisti indimenticabili negli anni d’oro delle “5 quilles” la specialità più popolare in Italia. Mannone vinse il primo mondiale Master professionistico nel 1993 a Cannes, ospitato all’Hotel Intercontinental Charlton, riservato alle stelle di Hollywood, in occasione del Festival del cinema. L’evento, allestito da Franco Dal Cin, fece storia, sia per la visibilità mediatica, ripreso da Telepiù 2, che per il monte premi che assicurò al vincitore 180 milioni di lire. A quel Master presero parte i migliori otto campioni, frutto di dure selezioni. Tra gli appassionati con qualche filo d’argento nei capelli, i nomi di Torregiani e Gomez, Albrito, Cifalà, Belluta, Nocerino, oltre a Zito e Mannone, che giunsero in finale, darà emozioni forti. Il trapanese residente a Milano, che aveva rubato il mestiere ai grandi degli anni ’80, la spuntò sul talentuoso e più giovane (22 anni) Zito, nato a Rosario, papà sardo e mamma argentina, giunto in Italia nell’89, e fattosi largo a colpi di vittorie, portando il biliardo a livelli stellari. Mannone vinse allo sprint, dopo vantaggi alterni da cardiopalma. Giampiero Rosanna, classe 1944, due mondiali (1985, 1992) e  presenze infinite nella nazionale azzurra, ancora oggi in attività, una longevità impressionante. Milano ospita per la seconda volta la rassegna iridata di un gioco antichissimo, purtroppo mai approdato ai Giochi, per la sua polverizzazione delle specialità, in particolare l’incompatibilità di snooker (paesi anglosassoni) e pool (Usa e dintorni) col più giovane 5 birilli, sviluppatosi massicciamente in Argentina e Italia. Oltre ai giochi politici che sono sempre determinanti nel bene e nel male. Il percorso del biliardo italiano negli ultimi 25 anni, non è stato dei più agevoli. Riconosciuta disciplina associata al Coni nel 1988, sotto la presidenza di Rinaldo Rossetti, persona di specchiata correttezza che mantenne il timone fino al dicembre 1994, allorchè subentra Massimino Del Prete, presidente-manager capace di portare il biliardo all’attenzione mediatica, allestendo mondiali e manifestazioni spettacolari, oltre  che lavorare a livello politico. In particolare nel ’95, sotto la presidenza al Coni di Mario Pescante, la possibilità di arrivare ai Giochi come sport dimostrativo nel 2004, giunge ad un passo dal traguardo. Del Prete lascia nel marzo del ’98, dopo una presidenza variegata. Capace di far compiere il salto di qualità, dando ai giocatori l’opportunità di guadagni, impensabili nel passato, quindi sponsor e visibilità, ma anche polemiche e invidie. Il successore Giuseppe Alveti, non è certo fortunato. Nasce la Lega Pro che si stacca dalla federazione. Nel 2001 il Coni commissiona la Fibs, non avendo approvato il bilancio 2000, facendole perdere lo status di disciplina associata. E’ l’anno zero, dopo i trionfi a livello mondiale delle “5 quilles”.

Nel 2004 viene eletto l’attuale presidente Andrea Mancino -  lo scorso anno il terzo mandato a livello plebiscitario - che pare aver trovato la formula giusta per evitare gli errori del passato, guardando al futuro di una disciplina ancora “associata”, nonostante conti più di 35.000 atleti operativi e un alto numero di società: 991. Il colpo d’ala dei mondiali a Milano, potrebbe essere un biglietto da visita importante. Considerato che non casualmente, il presidente del Coni, dottor Giovanni Malagò, il vice presidente Luciano Bonfiglio, titolare della canoa e l’amministratore del Coni Alberto Miglietta, fossero accanto ad Andrea Mancino, che oltre ad aver ricevuto la Stella d’Oro è anche coordinatore Commissione fiscale dal 2014 al Coni. Presentazione importante ed esplorativa, visto che l’evento avrà luogo dal 17 al 27 settembre, affiancato da boccette, carambola, pool e snooker, che svolgeranno tornei o campionati nazionali. Le gare  verranno ospitate presso la Sala Azzurra e il PalaCus all’Idroscalo. Per la prima volta, dopo 21 edizioni, l’ultima in Argentina nel 2009, vinta Gustavo Torregiani, il mondiale sarà open, aperto a tutti gli iscritti alle federazioni nazionali di settore. Sarà quindi l’occasione per un massiccio ritorno di campioni del passato, che avranno l’opportunità di tornare sotto i riflettori mondiali, dai quali si erano staccati parecchio tempo addietro. D’altronde sono passati 28 anni, dall’ultimo appuntamento iridato a Milano. Nel 1987 l’evento si svolse al Castello Sforzesco, seguito da un vastissimo pubblico. Vinse Cifalà, torinese adottivo, siciliano di nascita, talento infinito anche se ad intermittenza, che sconfisse uno dei miti argentini, si trattava di Nestor Gomez, già campione del mondo 1980-82. Da allora Milano non si è più affacciata nell’arengo di vertice, pur mantenendo a livello di club, la più importante attività nazionale.

Mondiali open, vogliono dire opportunità per tutti gli iscritti alle federazioni nazionali e non inseriti nei 40 partecipanti d’ufficio, di tentare l’avventura. Per questo molti nomi del recente passato potrebbero tentare di inserirsi nel lotto dei promossi. Da Belluta, Albrito, Mannone, Rosanna, Cavazzana, Martinelli, Caria fino a Zito, per un’ideale rimpatriata nel ricordo di un passato, comunque incancellabile. Chiaro che i protagonisti odierni fanno parte dei grandi favoriti, come Michelangelo Aniello e Andrea Quarta, titolari dei mondiali 2006 e 2008, ma pure Crocefisso Maggio iridato 2003, fino a Torregiani l’ultimo vincitore in Argentina nel 2009. Ben sei anni senza che la specialità trovasse una sede per ospitare la rassegna mondiale, segnale preoccupante del tramonto di un gioco che ha praticanti quotidiani non solo in Italia e Argentina, ma pure in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna, Svizzera, Ungheria ed Egitto solo alcuni dei paesi che hanno già aderito all'appuntamento di Milano. Il richiamo che parte dall'Italia è importante, guai a perdere l'occasione per un risveglio che porti al traguardo di disciplina riconosciuta dal Coni.